Lazio, Cavanda e Zarate: partita a poker
Prima la Lazio li mette fuori rosa, poi li convoca per le visite mediche e per il ritiro di Auronzo di Cadore, quelle che prima erano schermaglie e scaramucce adesso sono diventate di fatto una partita a poker. Al tavolo sono seduti in tre: la società che ha tutto da perdere, Mauro Zarate e Luis Pedro Cavanda.
Ripercorrendo la storia delle ultime settimane Zarate si è detto sicuro di essere un giocatore libero, che a breve tornerà a giocare con chi vuole, di sentirsi di nuovo vivo e che non vede l'ora di calcare un campo da gioco. Il lodo che lo vede protagonista si scioglierà il 22 luglio, quando ci sarà la sentenza; ma prima, esattamente il giorno 15, ci sarà l'ultima udienza, nella quale potrebbe pesare, almeno secondo la Lazio, la mancata risposta alla convocazione al ritiro di Auronzo. Maurito però non è spaventato da questa situazione perché il punto di forza secondo l'accusa, è la violazione articolo 7 del contratto collettivo che a suo parere rimane palese.
Cavanda invece ha una situazione diversa, potrebbe anche lui come Zarate cercare di liberarsi con le stesse modalità ma minaccia invece di adire all'articolo 17 che lo libererebbe a costo zero. Le documentazioni necessarie sono già state consegnate alla Fifa da Savini che userà questa situazione affinché Lotito accetti le offerte che arrivano dall'estero (5 milioni la richiesta, contro offerte che arrivano circa a 3). La dead line era il ritiro, il giocatore è stato convocato ed ora le carte in tavola potrebbero cambiare, ammesso che, non si decida comunque di adire all'articolo 17.