Lazio, una montagna incantata che regala sorrisi
Cartoline da Auronzo, il postino chiama e consegna. Lo sbarco di Felipe Anderson è quella di giornata: un clic, un sorriso, la gente a incitarlo, i compagni ad aspettarlo. Il brasiliano è arrivato alle 19.40, insieme a Eddy Onazi. È entrato in albergo scortato dai tifosi: in spalla uno zaino dei Chicago Bulls, la consegna delle chiavi della camera che dividerà con Ederson e poi via, su in ascensore. È iniziata ufficialmente la vita laziale del brasiliano, terzo acquisto più caro di sempre dell’era Lotito. È costato 8,5 milioni di euro. A cena ha conosciuto anche i compagni che non aveva incrociato nei giorni delle visite mediche. Ha scambiato qualche parola con Petkovic, che l’ha voluto subito in ritiro nonostante non sia ancora pronto per scendere in campo. È reduce da una lesione ai legamenti della caviglia, da oggi svolgerà un lavoro differenziato. E, come svla la Gazzetta Sportiva nelle pagine romane, sarà pronto tra la fine del mese e l’inizio di agosto.
Lulic e la Coppa
In ritiro Felipe Anderson ha subito trovato un ambiente carico di entusiasmo. Potenza di un derby, che in un colpo solo ha cancellato quattro mesi di campionato da incubo. Potenza di un gol di Lulic, al centro di un’attenzione che «forse» un po’ spaventa, e «senza forse» gratifica. Nei giorni scorsi un tifoso si è avvicinato al bosniaco e gli ha detto: «Ma hai capito cosa hai fatto il 26 maggio?». Lulic ha sorriso. E sì che l’ha capito. Mai ha firmato tanti autografi. E poi gli basta guardarsi intorno per vedere un mare di maglie con la scritta «Lulic 71’», il minuto del gol alla Roma. Gol è che è valso quella Coppa Italia che fa la preziosa e che finora si è concessa alle foto dei tifosi solo una volta, sabato scorso. È lei la protagonista. Si surrurra che il team manager Manzini la tenga sotto controllo in ogni istante. Sì, la Coppa ha rubato la scena a Olympia, che da queste parti ormai è già nota.
