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    Lazio, Tudor si presenta: 'A me piace vincere, non divertirmi. E non chiamatemi sergente di ferro'

    Lazio, Tudor si presenta: 'A me piace vincere, non divertirmi. E non chiamatemi sergente di ferro'

    • Tommaso Fefè
    Igor Tudor si presenta al mondo Lazio. Il nuovo tecnico biancoceleste oggi ha parlato in conferenza stampa dell'inizio di questa sua nuova avventura, dei motivi che lo hanno spinto ad accettare di raccogliere l'eredità di Sarri e degli obiettivi personali e di squadra che intende raggiungere. Alla presentazione ufficiale, nel centro tecnico di Formello, erano presenti anche il presidente Lotito e il direttore sportivo Fabiani.

    LAVORO - "Ho trovato solo mezza squadra perché tanti sono in nazionale, ma mi ha lasciato comunque una buona impressione. Il gruppo è fatto di bravi ragazzi, disposti a lavorare. Qui a Formello c'à una cultura del lavoro e va comunque fatto un plauso all'allenatore precedente, che ha lasciato una grande predisposizione nei ragazzi, che sanno che si può e si deve fare meglio di quanto fatto fin'ora. Ogni allenatore porta qualcosa di suo, mantenendo le cose che piacciono e inserendo delle novità. La Lazio è una sqaudra importante e pochi al mondo potrebbero dire di no. Qui l'allenatore è inteso come una figura immportante, fondamentale per il progetto tecnico non solo a parole, ma anche con i fatti. Qui si può lavorare bene".

    ADATTAMENTO - "La tattica la vedremo in corsa. Devo valutare ancora tante cose. Un allenatore prende sempre i giocatori adatti al proprio modo di giocare. C'é chi può fare più ruoli, chi invece fatica a fare un determinato gioco. Ma prima di pensare a chi ci sarà e chi no, bisogna pensare a fare bene questi due mesi. Quando si parla di giocatori, oltre al modulo bisogna capire lo stile di gioco cui adattarsi. Non voglio parlare dei singoli, perché devo ancora valutare bene tutti. Ma io scelgo sempre sulla base di quello che vedo in allenamento. Un allenatore si adatta sempre a quello che ha a disposizione. Si possono provare a fare alcune cose simili, ma è fondamentale sapersi adattare. Ai numeri e ai moduli non do troppa importanza. L'importante è che ci siano giocatori forti e io qui ce l'ho C'è una scritta nello spogliatoio che mi piace: non è la voglia di vincere, ma la voglia di prepararsi che fa la differenza".

    CAROTA E BASTONE - "Sergente di ferro per me è una brutta descrizione. Servono carota e bastone, ma in 3 giorni qui ho fatto 6-7 allenamenti e non ho ancora mai dovuto alzare la voce. Chiaro che a volte serve stimolare i giocatori, perché nessuno si deve accontentare. Io penso che ogni cosa sia importante, l'allenamento e le gare. Fare programmazione a lungo termine non serve a niente. Io vivo nel presente Non sarà facile trasmettere tanto in poco tempo, ma alcune cose si dovranno vedere da subito. Ci sono subitro gare toste e a me piace così. Credo nel sacrificio e nel sudore, ma poi servono i fatti in campo e li devono fare i giocatori. Io sono contento di vedere una squadra che ha un po' di tutto come caratteristiche e penso si possa fare bene".

    DARE TUTTO - "Del contratto di 2-3-5 anni non mi importa nulla Se si lavora con fiducia il resto non conta. Sono felice di essere qui e devo pensare al presente. Bisogna provare a dare tutto alla squadra. A me piace vincere, non è che mi devo divertire. Certo, se guardo una partita e dopo 10 minuti mi sto annoiando, cambio canale. Non bisogna rinunciare a nulla però, perchè non si vince per caso".

    GIOCATORI - "Con Guendouzi ho un buon rapporto. Lui vuole vincere sempre, vuole giiocare sempre. Chiaro che su 100 gare non se ne possono giocare 100, ma tutto quello che può essere successo in passato sono cose di spogliatoio. Lui ha una personalità importante e tanta esperienza. Faremo bene insieme. Per Immobile non devo parlare io. Ha fatto la storia qui. I laziali gli vogliono bene, se poi succede mezza cosa fa subito notizia, ma lui è uno buono di cuore. Ci ho parlato un paio di volte, è voglioso e vuole dare il proprio contributo. Si vede che lui è il capitano di questo gruppo. Luis Alberto può giocare in tutti i ruoli a centrocampo. L'ho visto motivato. Per me non esiste il concetto di fine ciclo. Ci sono i giocatori forti e che hanno voglia di giocare. Per me più dell'età sono importante le caratteristiche tecniche e fisiche. Chiare che con i giovani si può lavorare in un certo modo per puntare a una crescita, ma succede ovunque di avere qualcuno più adatto e qualcuno meno per il proprio calcio".

    ADATTARSI - "Ora dobbiamo preparare al meglio le prossime gare. Quando si gioca contro grandi squadre c'è sempre motivazione, io martello invece sempre più quando si gioca con le cosiddette piccole. A me piace il calcio offensivo, ma bisogna sempre avere equilibrio. Appena avrò tutti a disposizione vedrò anche cosa potremo permetterci di fare. Vorrei vedere giocatori disponibili a sacrificarsi in entrambe le fasi, con intelligenza tattica. Potremmo anche giocare con due attaccanti ogni tanto. L'obiettivo per ora è fare il massimo. Per il resto poi ne parleremo col club. Un allenatore si adatta sempre a quello che ha a disposizione. Si possono provare a fare alcune cose simili, ma è fondamentale sapersi adattare. Ai numeri e ai moduli non do troppa importanza. L'importante è che ci siano giocatori forti e io qui ce l'ho.

    PASSATO - "In passato ci fu la possibilità di venire a giocare qui, ma poi non so la trattativa dov'è che si arenò. Qui alla Lazio giocava il mio grande amico Alen Boksic e in questi giorni ci siamo scambiati già diversi messaggi. Sono contento di essere qui ora".

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