Getty Images
Lazio-Torino, la sentenza è un 'J'Accuse' ai granata: ma dopo Juve-Napoli il rinvio è d'obbligo
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA - Il comunicato della Corte Sportiva d’Appello, con le motivazioni della sentenza riguardo al ricorso della Lazio, sono una sorta di “J’Accuse” nei confronti del Torino. “Questa Corte non può esimersi dall’evidenziare che, in effetti, il provvedimento, a carattere interpretativo, adottato dall’ASL di Torino in data 1 marzo 2021 desta più di una perplessità”. E ancora: “Non vi è dubbio che la Società F.C. Torino S.p.A. abbia tratto profitto dal provvedimento adottato dall’autorità sanitaria torinese, peraltro, su richiesta della stessa Società granata”. Ma soprattutto alla società del presidente Urbano Cairo viene mossa l’accusa di aver adottato: “Comportamenti improntati ad una sorta di “furbizia” che non sono, in alcun modo, in linea con i principi di lealtà, probità e correttezza che devono, invece, sempre ispirare chi partecipa a competizioni che, sebbene abbiano natura professionistica, riguardano sempre un gioco”.
IL PRECEDENTE DI JUVENTUS-NAPOLI - Come detto in precedenza, però, le accuse mosse dalla Corte Sportiva d’Appello, oltre che dalla Lazio, la quale farà comunque ulteriore ricorso, si scontrano con ciò che il Collegio di Garanzia del Coni ha deciso riguardo alla partita tra Juventus e Napoli dello scorso ottobre, non disputatasi in quanto l’Asl del capoluogo campano bloccò la formazione partenopea. Un fatto identico a quanto avvenuto lo scorso 2 marzo per Lazio-Torino. La decisione di far rigiocare la partita ha quindi il sapore della resa da parte dell’organo federale, costretto a inchinarsi, controvoglia, alle decisioni del Coni e dell’Asl. Il celebre “J’Accuse” di Émile Zola riguardo all'Affare Dreyfus portò alla riapertura del caso: stavolta sono improbabili altri colpi di scena sulla vicenda e su quella che, proprio come Juventus-Napoli, è diventata una partita infinita ancora prima di essere cominciata.