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Lazio, tifosi contro Lotito: il caro biglietti danneggia (quasi) tutti, stadio vuoto col Milan
STADIO VUOTO - “Il danno lo fanno alla Lazio, non a me” ha dichiarato il patron, riferendosi alla scelta del tifo organizzato – seguita anche da molte altre persone, stando ai numeri dei biglietti venduti in tutti i settori dell'Olimpico – di non entrare allo stadio per Lazio-Milan. “Vacci da solo”, recita il comunicato degli Ultras, “Questi prezzi sono un insulto al tifoso”. La società capitolina è stata l'unica quest'anno a non aver mai messo in campo iniziative per sopperire all'impossibilità di sottoscrivere abbonamenti, a causa delle variabili legate al Covid sulla capienza massima degli stadi. Qualche sconto per vecchi abbonati, alcune partite a costi ribassati e poco altro, per lo più legato agli accordi di sponsorizzazione con Binance. Troppo poco - il giudizio di chi contesta - per venire incontro alle esigenze di chi si è sobbarcato spese extra fin oltre i 500 euro, rispetto agli anni pre-pandemia (quando comunque i prezzi praticati erano tra i più bassi d'Italia, ndr). E così, ad oggi, ben più della metà dei tagliandi staccati per la partita di domenica sera contro i rossoneri sono per il settore ospiti (sempre al costo di 40€, ndr). È stato anche aperto uno spicchio in più in Curva Sud per venire incontro ai numeri dei tifosi in trasferta, che a conti fatti saranno circa diecimila o giù di lì. Un'ulteriore beffa per i laziali, che – sparsi in piccoli gruppi tra distinti e tribune – avranno quindi l'impressione di trovarsi loro fuori casa. Per ritrovare una situazione simile bisogna risalire a 8 anni fa, quando la contestazione anti-Lotito, al grido di “Libera la Lazio”, portò nelle ultime partite della stagione ad avere numeri esigui di presenze.
DANNI PER QUASI TUTTI – Alla fine la Lazio non fu liberata. Ed è presumibile che anche questa volta non sarà diverso. Al livello patrimoniale, per altro, quello che sostiene Lotito non è sbagliato. Il mancato incasso da biglietteria danneggia le casse della società, non le sue tasche o la sua persona. Peraltro, l'alto afflusso di trasfertisti compenserà parte degli introiti. Il destinatario della contestazione sembra quindi, ancora una volta, l'unico a cui non cambierà nulla. Quella frase per molti rappresenta l'ennesima prova della scarsa considerazione che il gestore (così viene appellato in maniera dispregiativa, ndr) ha dei tifosi. Ma per lui un improperio e un augurio di morte in più o in meno, dopo 18 anni, non fa differenza. Lo scarno spettacolo a cui si assisterà domenica sarà invece un'innegabile danno di immagine per il club. Perché spalti semi-deserti in una partita di cartello, con la tifoseria ospite che sovrasta quella locale, non sono certo un bello spot per il brand Lazio. Ad essere danneggiata sarà poi la squadra in campo. È vero che nessun tifoso ha mai segnato materialmente un gol, ma la spinta del dodicesimo uomo è trainante per i calciatori negli incontri più caldi, sentiti e decisivi della stagione. A quanto pare però, i ragazzi di Sarri dovranno giocarsi questo importante scontro per l'Europa potendo contare solo su sé stessi. Un sacrificio estremo, secondo l'ottica degli ultras. Un danno auto-inflitto alla propria passione, necessario per provare a far capire quanto male stia facendo ai sentimenti della gente questa gestione societaria, mai in empatia con il proprio pubblico.