'Lazio, tifosi banditi': la brutta figura dell'Italia a Varsavia
Prima la speranza, il cauto ottimismo, poi la doccia gelata («i tifosi laziali sono dei banditi», il pensiero del ministro degli Interni polacco) con il conseguente smacco per la delegazione italiana e per il premier Letta sul caso dei tifosi laziali imprigionati in Polonia. È quello che si è verificato ieri a Varsavia, alla fine dell’incontro bilaterale tra Italia e Polonia, dove si è parlato dei tifosi laziali arrestati in Polonia la settimana scorsa. Da una parte il premier polacco ha voluto rassicurare il collega Letta, sulla risoluzione della questione in tempi brevi, dall’altra le dure parole del ministro degli interni. Ma andiamo per ordine. «Farò di tutto per accelerare le procedure» nel rispetto delle regole e «farò un appello al procuratore generale e al ministro della Giustizia affinché iseguano personalmente la vicenda al fine di evitare lungaggini». Così il primo ministro polacco Donald Tusk - come riporta Libero - rispondeva all’appello del premier italiano Enrico Letta sui supporter biancocelesti. Letta che aveva manifestato al collega polacco la «massima preoccupazione» per la vicenda, aveva poi chiesto la «massima accelerazione per il rispetto delle regole», in coerenza con «il rispetto delle leggi e della separazione dei poteri». Parole dette nel corso di una conferenza stampa congiunta tra i due premier. Una situazione che aveva creato un cauto ottimismo nella delegazione italiana, ma che è stato raffreddato, poco dopo, dalla presa di posizione del responsabile degli Interni Barlomiej Sinkiewicz: «Comprendo il dolore dei familiari dei tifosi laziali arrestati in Polonia, ma la verità è che una parte di loro si trova a Varsavia per assistere i propri figli “banditi”». Il ministro ha poi sottolineato, intervistato dalla tv, che «la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri». Intanto ieri a Varsavia sono arrivate anche le madri e i familiari degli ultrà laziali, bloccati in Polonia da otto giorni. Lo stesso Letta si è recato all’ambasciata italiana a Varsavia per incontrarli. Dopo aver salutato i parenti dei 22 supporter, il premier ha avuto con loro un colloquio, per discutere di tutta la situazione.