Il giocattolo s’è rotto, l’incantesimo è spezzato, la Lazio dello scorso anno non c’è più. Dimenticate la Champions League, cancellate il terzo posto conquistato nella notte di Napoli, la sconfitta nel derby ha distrutto qualsiasi certezza. O forse ha solo certificato le poche ambizioni biancocelesti per questa stagione. Un due a zero che brucia, senza storia, con il solito atteggiamento sbagliato e uno spirito completamente inadeguato: la banda Pioli ha perso la partita ancora prima di giocarla, si è sgretolata davanti alla forza (tecnica e mentale) della Roma, l’indifferenza dei tifosi ha lasciato il segno. Qualche fischio a fine match dai distinti Nord Ovest, poi nella tarda serata - come riporta Il Tempo - un confronto a Formello tra il diesse Tare e una delegazione di tifosi, che hanno chiesto spiegazioni sul mercato e sull’atteggiamento della squadra. L’ambiente rischia di cadere nuovamente in depressione, è una patologia che colpisce giocatori e tifosi ogni due anni, le aspettative aumentano e la squadra sistematicamente crolla: non è servito a nulla il colloquio con Biglia, Parolo e Felipe Anderson al termine della gara. Il capitano è sembrato visibilmente scosso e dispiaciuto, sguardo spento e tanta voglia di chiedere scusa, rispetto a qualche mese fa è cambiato il mondo: dai 50mila di Lazio-Empoli ai tremila di ieri pomeriggio, la stagione è di nuovo in salita.
