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    Lazio sudamericana con a capo Hernanes

    Lazio sudamericana con a capo Hernanes

    • M. A.

    Una nuova Lazio. Una squadra sudamericana, e non solo per la nazionalità degli interpreti in campo, ma soprattutto per il gioco: non più solo attenzione difensiva e contropiede, ma la ricerca continua del controllo della gara con tanti palleggiatori in campo, da Biglia al giovane Felipe Anderson, da Hernanes al sorprendente Perea, attaccante ancora acerbo ma senz’altro interessante.
    Lo score negli scontri diretti finora disputati non è certo incoraggiante – due sconfitte contro Juventus e Roma e il pareggio con la Fiorentina – ma le risposte arrivate nella sfida con i viola sono incoraggianti per Petkovic. A lungo la Lazio ha mantenuto il controllo della gara, mostrando finalmente – dopo tanti momenti poco incoraggianti, anche nelle vittorie ottenute contro Chievo e Catania – trame offensive interessanti e troppo a lungo dimenticate.

    Attribuire questa piccola grande rivoluzione soltanto ai due nuovi protagonisti, alias Felipe Anderson e Perea, e alla ritrovata vena del Profeta Hernanes sarebbe senz’altro riduttivo, ma certo il nuovo assetto sperimentato da Petkovic nelle ultime due gare ha contribuito al cambiamento. La Lazio, è giusto sottolinearlo, è senz’altro cresciuta dal punto di vista fisico, ma il sistema di gioco – con Hernanes e Biglia in regia, Anderson e Candreva vicini sulla trequarti a sostegno dell’attaccante – è una novità importante e molto interessante.
    Il dato sui tiri in porta è chiaro: 19 per la Lazio, appena 4 per la Fiorentina. E molte delle conclusioni portano la firma di Hernanes, «rimproverato» alla vigilia da Petkovic per il rendimento discontinuo e improvvisamente ritrovato contro la Fiorentina. Il Profeta - come riporta Il Tempo - ha illuminato il gioco della Lazio fin dal primo minuto, sfiorando il gol in almeno due occasioni.

     


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