Lazio, Signori: 'Sarei rimasto a vita in biancoceleste, ma...'
LA PRIMA - "Ieri sera c’è la stata la prima proiezioni a Bologna del mio docu-film. ho provato tanta emozione, anche in negativa non lo nascondo, nel ripercorrere quanto avvenuto in questi dieci anni. Ma ora devo trasformare le lacrime in gioia e ripartire alla grande per recuperare il tempo perso. Il fatto non sussiste è la mia più grande vittoria".
AMORE BIANCOCELESTE - "Il segno dell’amore che mi ha sempre legato alla Lazio nacque con quella manifestazione collettiva dei tifosi che protestavano per la mia cessione e alla fine imposero alla società la mia permanenza. Quando poi sono andato a giocare a Bologna, forse ancora non percepivo quanto avessi segnato una generazione intera di persone cresciuta con la mia Lazio. Essere un portabandiera di una generazione è una cosa fantastica. Se non ci fosse stato quel problema con Eriksson sarei rimasto a vita alla Lazio. Stavo talmente bene che non pensavo all’addio".
FUTURO - "Il mio sogno è diventare un allenatore. Le difficoltà ci sono, ma credo di poter rappresentare un importante insegnamento per giovani. Se però così non sarà, credo che aprirò comunque una mia accademia, di progetti ce ne sono”.