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    Lazio, out Immobile: che si fa? Neanche un terzo delle vittorie senza bomber, 3 soluzioni per Sarri

    Lazio, out Immobile: che si fa? Neanche un terzo delle vittorie senza bomber, 3 soluzioni per Sarri

    • Tommaso Fefè
    Inutile piangere sul latte versato. L'infortunio di Immobile al flessore sinistro peserà come un macigno nelle prossime settiane sulla Lazio (LEGGI QUI LE PRIME IMPRESSIONI). Lo dicono i numeri: nelle sei stagioni prima di questa, in trentadue partite senza di lui sono arrivate solo nove vittorie. Poco più del 28%, cioè molto meno di un terzo. Ma non c'è tempo per rimuginarci sopra.

    NESSUNA RECRIMINAZIONE - La Lazio avrà una settimana di tempo per prepararsi ad affrontare l'Atalanta. Saranno gli unici sette giorni interi da qui alla pausa mondiale. Non possono essere sprecati a polemizzare sul fatto che forse la situazione poteva essere prevenuta. Serviva un vice dal mercato, vero. Bisognava gestire meglio le forze del numero 17, magari è vero anche questo. Ma se senza Ciro in campo dal 2016 a oggi lo score recita quattordici sconfitte e nove pari, considerando anche le avversarie affrontate fin'ora, il margine per riposare senza rischiare di perdere punti importanti, non era poi molto. L'urgenza di Sarri ora è quella di trovare una soluzione per tamponare la sua assenza. Perché sopperire a uno con i suoi numeri è impossibile - come ha detto lo stesso tecnico nel post gara contro l'Udinese - ma trovare il modo di fare risultato ugualmente, facendo a meno di uno degli uomini migliori, è invece proprio uno dei compiti di un allenatore di una squadra di vertice.

    LE SOLUZIONI - Un'alternativa non c'è. Né per caratteristiche, né per ruolo. Perché comunque non è facile trovare qualcuno che accetti di venire a fare panchina a prescindere, accontentandosi delle briciole che il centravanti di Torre Annunziata gli lascerebbe. Insomma, quanti altri Caicedo esistono nel calcio? Il falso 9, nel 4-3-3 di Sarri ha prodotto due vittorie, tre pari e due ko l'anno scorso in campionato in tutte le partite iniziate e finite senza il bomber. Più una sconfitta in Europa League. Da qui allo stop di novembre ci saranno otto incontri in totale, di cui cinque in Serie A. Tre saranno scontri diretti. Mantenere lo stesso andamento, provando a lasciare meno punti possibili contro le altre concorrenti nella parte alta di classifica, potrebbe non essere così drammatico come risultato. Ma non sarà affatto facile, perché dal punto di vista del gioco, tanto l'anno scorso, quanto nell'ora di gara con i friulani, la risposta di Felipe Anderson in quella posizione è stata deludente. Il brasiliano diventa prevedibile nei movimenti e il suo potenziale si dimezza. Lo dimostrano i tanti passaggi sbagliati, soprattutto nel secondo tempo. Pedro sembrerebbe, per esperienze passate e per caratteristiche, più adatto. Ma il mister non lo ha più schierato al centro del tridente da Lazio - Juve dell'anno scorso, quando lo spagnolo venne annichilito da Bonucci e Chiellini. Ci sarebbe Cancellieri, che in estate era stato preso proprio con l'idea di avere un jolly da impiegare in tutti i ruoli del reparto avanzato. Fin qui però ha giocato da prima punta solo un paio di spezzoni finali di partita, senza incidere mai. Deve ancora crescere tecnicamente il classe 2002, per assimilare a pieno le richieste dell'allenatore, che comunque ne sta apprezzando la dedizione al lavoro in questi mesi. Ora la situazione mette il toscano alle strette. A lui la scelta se dare fiducia - e una grossa responsabilità improvvisa - all'ex Hellas o se insistere su altre strade già percorse, provando a superare un ostacolo enorme, per il quale non serve a niente avere rimpianti.

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