Bilancio di un ritiro. La prima parte. Pioli è rimasto sorpreso da Djordjevic, Basta e Felipe Anderson, mentre vuole rivedere i centrali. Promossi i giovani, attesa per i big. Il tecnico - spiega Il Messaggero - è soddisfatto della prima fase della preparazione, anche perché ha potuto lavorare come voleva, cercando soprattutto di andare a incidere sulla parte tattica, ma anche sulla mentalità. L’inizio del ritiro non è stato proprio agevole. Con tante assenze per via delle nazionali e dei mondiali, per il tecnico non è stato facile assemblare vecchia e nuova guardia, con un discreto numero di giovani. Sin dai primi giorni l’allenatore ha voluto personalizzare il lavoro, parlando con i singoli giocatori per poi impostare sedute ed esercizi, ma pure per capire il carattere di ognuno. La novità rispetto agli anni passati è stato cominciare sin dal principio con il pallone, provando a trovare la condizione e il fondo sempre con la palla tra i piedi. Un richiamo al Mourinho prima maniera. Il portoghese ai tempi del Porto e alle prime esperienze con il Chelsea in estate era solito preparare la squadra in questo modo, facendola lavorare sempre con il pallone, evitando percorsi lunghi e faticosi in mezzo ai boschi. Chi ha sorpreso sono stati i nuovi acquisti Djordjevic e Basta, ma anche qualche vecchia conoscenza come Felipe Anderson e Marchetti. Gli ultimi due, soprattutto il brasiliano, Pioli non li ha mai mollati per un istante. Con il giovane ex Santos è stato quasi un papà, considerato che lo pungolava di continuo sia quando faceva bene ma anche quando non capiva. Felipe ha grandi numeri, ma pure un carattere non proprio da leader e va seguito di continuo. Ha impressionato per duttilità e forza fisica Djordjevic. Si sono fatti notare anche i giovani. A guidare la fila non è stato tanto Keita, ma Danilo Cataldi. L’esperienza di Crotone è servita, il ragazzo ha numeri e carattere.
