Lazio: Petkovic torna in discussione
Una settimana di passione. Da oggi tutti a Norcia nel ritiro portafortuna per preparare la madre di tutte le partite. In palio tante cose domenica alle 18: la Coppa Italia, la Supercoppa Italiana a metà agosto, un posto in Europa League con l’ingresso diretto nella fase a gironi a metà di settembre. Tre obiettivi che, giocando contro la Roma, diventano sei visto che oltre a conquistarli si fanno perdere ai rivali cittadini. Ecco spiegata la scelta di Lotito che spera di rianimare la sua truppa apparsa sgangherata a Trieste. Sotto accusa anche Petkovic bravissimo nel girone d’andata quando le cose giravano tutte per il verso giusto. Ma nel ritorno, da fine gennaio in poi, sono cominciati i problemi, alcuni strutturali altri ingigantiti dalle scelte discutibili del tecnico croato.
Le attenuanti sono pesanti, dai mancati rinforzi di gennaio alla gestione dei fuori-rosa che gli hanno tolto pezzi importanti della rosa col passare dei mesi, ma è corretto che la società si ponga delle domande sul futuro. Anche perché, se il cammino nelle due coppe è da applausi compresa l’eliminazione nei quarti di Europa League contro il Fenerbahce, i 22 punti del girone di ritorno dopo la grande illusione della prima fase del campionato in cui qualcuno aveva addirittura pensato di poter lottare per lo scudetto, meritano un’attenta riflessione da parte dei dirigenti. La situazione è nota: Petko ha un altro anno di contratto, a gennaio Lotito era pronto ad offrirgli un rinnovo biennale (lo avrebbe fatto formalmente solo a fine stagione), ora può accadere di tutto, ogni scenario è possibile: dall’esonero (meno probabile ricordando i precedenti), alla voglia del tecnico di cambiare aria a prescindere dal risultato della sfida di domenica. In ogni caso col passare dei mesi la sua posizione non è più salda. Al momento Lotito e Tare non hanno preso in esame nessuna alternativa, sono convinti di non essere costretti a cambiare, sperano nella sfida di domenica ma di sicuro un piano B esiste. Il profilo del candidato è il solito: tecnico emergente che non guadagni tantissimo. Se si dovesse puntare su un italiano, la Lazio ha seguito da vicino la crescita di Rolando Maran che ha regalato al Catania il record di punti in serie A, piuttosto che Eusebio Di Francesco, dal passato romanista ma reduce dalla storica promozione del Sassuolo. Ci sono anche candidature sentimentali come quella di Almeyda che è attualmente libero dopo l’esonero dal River Plate. Solo ipotesi, al momento ma le quote della conferma di Petkovic sulla panchina sono in discesa.(Il Tempo)