Lazio, Petkovic:| 'Puntiamo alla perfezione'
Vladimir Petkovic sta plasmando la sua Lazio. Non è facile cambiare la mentalità di una squadra e ancora meno semplice è farlo rispetto ad un team impostato più alla fase difensiva, come quello allenato l'anno scorso da Reja, rispetto a quella offensiva. Eppure la Lazio di questa stagione è una squadra proiettata in avanti ma capace di rendere impenetrabile la propria difesa con un lavoro di gruppo fuori dal comune. Contro il Genoa, per Mr. Petkovic ci sarà il primo appuntamento con la storia: in caso di vittoria contro i rossoblù i biancocelesti coglierebbero la quarta vittoria consecutiva in questo avvio di campionato, impresa mai riuscita nella gloriosa ultracentenaria storia del club biancoceleste: «Nessuno ha mai vinto quattro partite di seguito ad inizio campionato nella storia della Lazio? Allora cercheremo di vincere anche per questo motivo». Insomma il tecnico bosniaco vuole entrare sempre di più nei cuori dei tifosi ma non sarà semplice considerando che sono molti i dubbi di formazione con i quali l'allenatore dovrà confrontarsi: «Per quanto riguarda la partita con il Genoa la situazione degli infortunati è ancora incerta. Ieri abbiamo fatto un allenamento blando. Oggi sono arrivati anche Cana e Candreva, non sono ancora al top, ma ci sono speranze per vederli almeno tra i convocati. Contro la squadra di De Canio è importante entrare bene in partita, soprattutto dopo aver giocato una sfida come quella contro il Tottenham in Europa. I valori del Genoa sono ottimi, ma domani la Lazio sarà presente e cercherà di continuare a far bene».
IL CASO MAURI, KLOSE, IL TURNOVER E LA PERFEZIONE - Petkovic vuole dire la sua anche sul caso Mauri. Le ultime notizie vogliono il centrocampista biancoceleste in partenza lunedì prossimo per la Svizzera per essere ascoltato dai pm elvetici, che indagano su un'ipotesi di riciclaggio (il calciatore della Lazio sarebbe sentito solo come testimone, nda) ma per il tecnico biancoceleste non è un problema: «Un colpevole avrebbe un altro atteggiamento, anche dal punto di vista mentale. Io ho parlato con lui ed è sereno e domani verrà convocato per la partita contro il Genoa». Tornando al calcio giocato il mister vuole chiarire anche la posizione di Klose, uno dei possibili esclusi in chiave turnover, anche se in riferimento al tedesco Petkovic è rimasto vago: «Sicuramente tutti quelli convocati possono giocare e saranno pronti. Valutazione la facciamo noi ma la farà anche l'avversario». Indubbio però che questo avvio di stagione, tre vittorie su tre in campionato, abbia un po' sorpreso il bosniaco: «Speravo in un avvio di questo tipo perché abbiamo lavorato per avere questo valore. Certo un rendimento di questo livello era un po' difficile immaginarlo, ma sono contento che abbiamo dimostrato quanto fatto fino ad ora. Siamo ad un buon punto del percorso, ma non dobbiamo guardare troppo indietro. Dobbiamo solo migliorare giorno per giorno. La cosa che mi è piaciuta di più fino ad ora della mia squadra è stata la capacità di lavorare ed interpretare i ruoli in diversa maniera, anche a partita in corso. In questi giorni ho letto di "bunker biancoceleste", mentre in altre occasioni ho sentito parlare di Lazio "troppo offensiva". Sono situazioni che mi fanno piacere. Per quanto riguarda situazioni negative in certi altri aspetti del gioco dobbiamo lavorare di più: come ad esempio sulla capacità di saper tenere la palla in determinati frangenti o a livello di personalità, nonché sulla capacità di essere concreti davanti alla porta. Dobbiamo cercare di puntare alla perfezione anche se riconosco che è molto difficile».
IL CALCIO ITALIANO - Interessante anche la riflessione di Petkovic sul calcio italiano, un mondo che non ha colto impreparato il tecnico bosniaco: «Il calcio italino è interessante. Anche il modo di vivere durante la settimana quando non si gioca è interessante. Molti giovani, anche in altre squadre, stanno lavorando e mostrando il loro valore e questo è molto importante per la crescita del movimento. Stanno nascendo nuove stelle, ma nessuno è indispensabile e tutti devono cercare di fare il proprio compito al meglio. Si parla tanto di questo sporto per cercare di tenere sempre viva l'attenzione del pubblico». Tornando a parlare di Lazio c'è molta curiosità di vedere all'opera Ciani dopo i pochi minuti avuti a disposzione contro il Tottenham: «Ciani? Posso dire che sta migliorando, si sta integrando sempre di più. Sta vedendo le partite che fanno altri e sta capendo come vogliamo giocare. Avrà la sua occasione e non avrà problemi nel giocare sia sul centro-destra che sul centro-sinistra».
NESSUNA PRIORITÀ AL CAMPIONATO - Altro capitolo è quello legato al turnover e alla possibilità che l'Europa League possa in qualche modo disturbare la corsa della Lazio in campionato. Petkovic però non ha dubbi su quale atteggiamento assumere, almeno in questa prima fase: «Anche se dessimo priorità al campionato rispetto all'Europa League, rimarrebbe tutto ciò che comporta un impegno in Europa. Stress, viaggi e anche infortuni ci sarebbero lo stesso, nonostante il turnover. Abbiamo una rosa adeguata per entrambi gli obiettivi e cercheremo di sfruttarla al meglio. Poi vedremo con il passare del tempo se avrò avuto ragione io o se invece avrò avuto torto. Mi auguro che tutti, anche se non dall’inizio, mostrino il loro valore sempre e in ogni occasione. La Lazio ha una rosa di 25 elementi validi e mi aspetto il loro contributo già contro il Genoa». È evidente però che gli infortuni possano avere un ruolo alla lunga. Basti pensare ai pericoli corsi dalla Lazio con Lulic, non al 100%, in marcatura su Lennon: «Su di lui non ho fatto una scelta definitiva sul ruolo come per nessun altro. Lui - ha precisato Petkovic - ha avuto problemi con Lennon nel primo tempo perché veniva dda un infortunio ma poi con accorgimento tattico nel secondo tempo ha fatto meglio e alla fine Lennon è uscito».
ALLENAMENTI MENTALI - Petkovic ha poi spiegato come i suoi allenamenti non siano solo fisici, ma anche mentali. L'aspetto psicologico è uno dei marchi di fabbrica del tecnico che in chiusura di conferenza si è "sbottonato" illustrando uno dei suoi "mantra": «La mentalità si può e si deve cambiare. Non si può fare dall'oggi al domani perché per assimilare certe cose ci vuole tempo. Il lavoro mentale è quotidiano: si va dal dialogo con i giocatori fino agli incontri con tutta la squadra. È un lento processo e per adesso i giocatori hanno risposto bene. All'inizio non mi capivano molto, ma poi si è instaurato un buon rapporto di fiducia ma si può ancora migliorare».