E adesso? Il presidente Lotito può commettere solo un errore, peraltro già stravisto in passato: ritenere che il meritato trionfo in Coppa Italia sia il toccasana di tutti i mali, di tutte quelle crepe emerse nel corso di una stagione contraddittoria salvata dalla storica sfida di domenica.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma non rifondare una squadra che ha ormai chiuso il suo ciclo sarebbe davvero imperdonabile. Quindi, se si vuole affrontare da protagonisti la prossima stagione mettendosi nella condizione di ben figurare in Europa League, è fondamentale avere una rosa di maggiore qualità rispetto a quella attuale. Sono tre anni che la squadra biancoceleste si ferma nel girone di ritorno per problemi anagrafici e di infortuni che finiscono per colpire sempre i soliti noti. Sperare che Konko giochi tutte le partite, significa condannarsi a un’altra delusione. Convincersi che Ederson possa essere continuo nonostante una muscolatura troppo fragile, equivale a dover attingere dalla Primavera per aver qualche ricambio. Ritenere Klose immortale e in grado di non assentarsi per un paio di mesi all’anno, per di più con i mondiali brasiliani alle porte, sarebbe solo l’ennesimo errore di valutazione.

Le prime dichiarazioni del presidente della Lazio sono confortanti, devono però seguire i fatti e soprattutto gli investimenti economici. Per tornare ad ascoltare la musichetta della Champions League a lungo accarezzata durante l’inverno, c’è bisogno di soldi. Il diesse Tare ha tracciato le linee guida: «Vogliamo giocatori al massimo di 25-26 anni». Quindi giovani speranze come Felipe Anderson o nazionali argentini come Biglia, tanto per citare quelli che sembrano aver già sposato il progetto biancoceleste. Che ripartirà da Petkovic a meno di clamorosi ribaltoni. Ma per sognare è necessario fare l’ultimo sforzo.

(Il Tempo)