Lazio sconfitta:| Il presagio di Olympia
Aveva capito tutto Olympia, con quel volo diretto verso i distinti sud dove si erano accomodati una cinquantina di tifosi del Lecce. Ebbene, l'aquila, il simbolo di tutta la gente laziale nel giorno del compleanno numero 111, ha volteggiato come al solito ma stavolta invece di posarsi docile sul trespolo a metà campo, ha scelto il settore del Lecce. A quel punto anche i più ottimisti tifosi della Lazio hanno provato qualsiasi tipo di gesto scaramantico, ma ormai il suicidio tattico e tecnico della banda di Reja era nell'aria. Pochi minuti e si è materializzata la tragedia calcistica dopo questi inequivocabili e sinistri presagi.
Sono bastati pochi secondi per capire che la Lazio era rimasta negli spogliatoi, o forse non ha ancora smaltito il richiamo di preparazione svolto durante le vacanze di Natale. Tant'è, vedere nel primo quarto d'ora il Lecce, penultimo in classifica e reduce da otto sconfitte in nove trasferte, assediare i biancocelesti incapaci di uscire dalla propria area di rigore ha confermato i timori insinuatisi nelle menti dei presenti dopo il volo sbilenco di Olympia. Muslera ha salvato su colpo di testa di Munari poi, dopo una decina di angoli a favore dei pugliesi, Zarate & Co. hanno provato a riemergere dal torpore iniziale. Reja ha cercato di rianimare la sua creatura dalla panchina, ma solo Mauri ha messo i brividi a Rosati peraltro su un mischione nato da un corner. Tutto qui: poca Lazio, pochissima fino alla punizione condita da qual pizzico di sfortuna che non manca mai.
(Il Tempo)