Lazio:| Mauri interrogato, slitta il processo
Quattro ore di interrogatorio e una sola certezza: per il processo bisogna aspettare ancora. Il secondo tempo della partita giocata da Stefano Mauri davanti alla Procura federale si è concluso con un sostanziale pareggio: i collaboratori di Stefano Palazzi, al lavoro sull'inchiesta Scommessopoli, hanno chiesto nuovi chiarimenti sulle presunte combine delle gare Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del maggio 2011, il centrocampista biancoceleste ha fornito le proprie spiegazioni. Un confronto necessario per la Procura e forse anche per Mauri, perché dalla prima convocazione sono passati oltre sette mesi e capitate molte cose. In primis l'arresto del calciatore, con gli interrogatori davanti ai magistrati di Cremona e le parziali ammissioni sulla passione per le scommesse, seppur limitate a tennis e Nba, fino alla discussa e all'apparenza fuorviante rogatoria svizzera. Per questo Palazzi ha convocato nuovamente il centrocampista della Lazio, così come l'ex genoano Milanetto ma anche Giuseppe Sculli e il massaggiatore biancoceleste Papola.
Arrivato a via Po pochi minuti dopo le 13, Mauri è rimasto negli uffici federali fino alle 17. Quattro lunghe ore, poche novità rispetto all'audizione del 13 aprile ma importanti elementi sul tavolo. In primis, Mauri ha dovuto spiegare perché aveva negato la passione per le scommesse nel primo interrogatorio sportivo. Gli investigatori gli hanno poi chiesto delucidazioni sull'utilizzo della scheda telefonica intestata a Samanta Romano e rimasta in possesso del calciatore per soli venti giorni, proprio a ridosso delle due presunte combine. Elementi sospetti per la Procura, molto chiari per la difesa. 'Abbiamo fornito nuove precisazioni - ha spiegato Amilcare Buceti, avvocato di Mauri - e siamo ottimisti'. Una linea ribadita dal presidente Lotito ('Mauri non ha nulla da temere') e fondata su alcune prove documentali pronte per l'eventuale processo: secondo la difesa, i tabulati telefonici e soprattutto le scommesse effettuate nella ricevitoria di Aureli (due sole vincite importanti sulle partite in questione, ma non coincidenti nel tempo con i contestati incontri tra gli zingari) dimostrerebbero la totale estraneità del giocatore.
Per saperne di più, però, bisognerà attendere ancora. La Procura federale non ha raccolto nuovi elementi da Sculli e Papola (entrambi transitati a via Po con poca voglia di parlare) così come da Milanetto, e ora rimane in attesa dell'eventuale costituzione del supertestimone Almir Gegic, annunciata a Cremona per fine mese. La convinzione dell'accusa su Mauri non è cambiata: se deferimento deve essere, allora sarà per illecito sportivo, quanto meno per Lazio-Genoa. Per ora, però, tutto resta fermo. Almeno fino a gennaio. Ma il processo potrebbe slittare ancora più avanti.
(Il Tempo)