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    Laziomania: Castellanos eroe di una squadra a due volti, quanto pesa l'errore di Tudor

    Laziomania: Castellanos eroe di una squadra a due volti, quanto pesa l'errore di Tudor

    • Alessandro De Felice
    Feroce, avida, vorace. Come non la si vedeva da qualche tempo. Poi il blackout e gli errori di Tudor, che interrompono bruscamente i sogni di gloria in quella che sarebbe stata una notte storica e riportano alla ribalta la Juventus. È una Lazio a due volti quella che abbandona con rammarico e rimpianti la Coppa Italia, proprio sul più bello, ad un passo dalla finale. 

    Una gara preparata perfettamente e la notte da eroe di Castellanos non bastano a ribaltare lo 0-2 dell’andata all’Allianz Stadium di Torino con una zampata di Arkadiusz Milik che condanna i capitolini all’eliminazione e all’amarezza per un’impresa solo sfiorata. La naturale conseguenza di scelte apparentemente senza logica che hanno favorito i bianconeri di Allegri, andati sotto di due gol e capaci di risalire la china e alzare il baricentro sfruttando il blackout della Lazio per andare all’assalto di quel gol che vale l’accesso alla finale del prossimo 15 maggio. A pesare, oltre al cambio Felipe Anderson-Vecino, è quel risultato dell’andata, arrivato al cospetto di una Juve modesta e in crisi ma capace di impaurire una Lazio con poco carattere e personalità di fronte ad una big e il suo pubblico.

    PERFETTA PER UN’ORA - È una Lazio indiavolata quella che si presenta all’Olimpico contro una Juve brutta e impaurita nonostante le due reti di vantaggio maturate nella gara d’andata. I biancocelesti partono fortissimi, tengono in mano il pallino del gioco e costringono una Juve timida a schiacciarsi nella propria metà campo e abbassare il baricentro. A infiammare l’Olimpico è la rete dell’1-0 del Taty Castellanos, che svetta su Alex Sandro e firma l’1-0. L’argentino fallisce prima dell’intervallo la clamorosa opportunità del 2-0, che poi trova in avvio di ripresa. Il copione della rimonta perfetta, fino all’ora di gioco quando improvvisamente l’inerzia del match si ribalta.

    IL CAMBIO E IL BLACKOUT - La forza della disperazione della Juventus e la stanchezza della Lazio. Probabilmente il mix di questi due fattori. Ma a fare la differenza sono state sopratutto le scelte di Tudor e una in particolare, quella al minuto 61: fuori Felipe Anderson per un problema al piede e dentro Vecino. La Lazio perde così l’unico uomo in grado di accelerare e andare via in velocità. Dopo i due gol segnati, il tecnico croato sceglie di garantire maggiore equilibrio alla sua squadra inserendo l’uruguaiano e non Isaksen, una scelta che peserà nel prosieguo dell’incontro. Da quel momento in poi la Lazio perde non solo un punto di riferimento ma l’unico calciatore capace di spaccare in due in velocità la difesa della Juventus e far male ai bianconeri. La fotografia? Le ripartenze di Castellanos e Luis Alberto senza sbocchi, con i due costretti a ritornare sui loro passi e ripartire da dietro. Una mossa che consente alla Juve di prendere campo, alzare il baricentro e sfruttare la forza della disperazione per andare a caccia di quel gol trovato al primo tiro in porta della ripresa, in una situazione del tutto fortuita, con il tiro completamente sballato di Weah che si trasforma in un assist per Milik, entrato da un minuto. Un’azione puramente causale che condanna la Lazio.

    COLPEVOLEZZA - Le scelte a gara in corso hanno senza dubbio pesato, e non poco, sull’esito della gara di ritorno e di conseguenza della qualificazione, per un pezzo di gara in totale equilibrio tra andata e ritorno, ma il grande rammarico della Lazio è legato proprio alla partita d’andata. La sconfitta per 2-0 all’Allianz Stadium, al termine di una partita al di sotto delle proprie potenzialità, ha inciso sull’esito finale del doppio confronto. Un’occasione sprecata dalla Lazio, che di fonte alla squadra di Allegri non certamente tra le più temibili e in un momento di forma straordinaria, finisce per non saper reagire all’onda d’urto e perdere con due gol di scarto. Un divario troppo ampio soprattutto per il momento delle due squadre e in vista della gara di ritorno.

    FINALMENTE TATY - Nella notte dell’Olimpico brilla la stella di Taty Castellanos. L’attaccante argentino ex Girona mette in mostra tutto il suo repertorio: segna prima di testa e poi con il destro a incrociare e fornisce una prestazione super dal punto di vista del carattere e del temperamento, svariando su tutto il fronte d’attacco e lottando come un leone su ogni pallone a disposizione, prima di lasciare il campo stremato. Se da una parte le condizioni fisiche di Immobile stanno condizionando la stagione del capitano, dall’altra con la crescita mostrata nelle ultime settimane il Taty sta mettendo definitivamente la freccia e sorpassando Ciro nelle gerarchie di Igor Tudor, che potrà sfrutta la meglio la doppia opzione ma che ora difficilmente può rinunciare all’argentino.

    RUSH FINALE - Ora testa al campionato e a quelle che saranno cinque finali per la Lazio di Tudor, a partire dall’anticipo di sabato sera contro il Verona. In attesa dei recuperi di Udinese-Roma e Atalanta-Fiorentina, il quinto posto che vale la Champions League dista appena tre lunghezze, un divario ampiamente colmabile. Il calendario sembra sorridere alla Lazio, che però ora non può più sbagliare: un minimo passo falso può pregiudicare il piazzamento finale. Cinque gare da vivere con passione e dedizione totale per realizzare l’impresa e volare, in maniera del tutto inaspettata e impronosticabile fino a pochi giorni fa, nella Champions League 2024/2025. Un obiettivo che permetterebbe di programmare il futuro in maniera diversa e un pass per la prestigiosa competizione che garantisce sempre fascino e introiti.

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