Un jolly che sa essere vincente. Riecco Senad Lulic da protagonista. Pronto ad essere una soluzione per diversi ruoli. Col vezzo di lasciare spesso il segno. Il bosniaco diventa un tassello per più reparti nella Lazio da comporre in vista della sfida interna contro il Chievo. Il nome del 29enne esterno, alla quarta stagione in biancoceleste, balla tra varie ipotesi nella formazione per domenica. Sabato a Torino - come riporta la GdS nelle pagine romane - ha ritrovato il suo posto a centrocampo dopo oltre tre mesi, causa l’infortunio con la Sampdoria del 5 gennaio. Il 12 aprile, contro l’Empoli, si era rivisto titolare, sempre sulla corsia sinistra, ma della difesa. Un rientro anche nella scia del gol di quattro giorni prima a Napoli che ha dato il via libera alla Lazio per la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Certi gol sono una sorta di specialità della casa per Lulic, ormai un «monumento» per il popolo laziale: suo il colpo del k.o. alla Roma nella finale di Coppa del 2013. L’emergenza a centrocampo (infortunati Biglia e Parolo, squalificato Cataldi) sta influendo anche nella scelta del modulo. Dalle prove degli ultimi giorni Pioli sembra intenzionato ad accantonare il 4-3-3 di Torino per riassemblare il 4-2-3-1. Scenario tattico che riporterebbe Lulic in difesa per essere il centrocampista aggiunto alla coppia della mediana, Ledesma-Onazi. Oppure il bosniaco potrebbe andare a metà campo, con Ledesma o Onazi. O anche affiancare entrambi in un assetto del reparto centrale con tre elementi. Ad ogni modo l’idea di Pioli di riportare Lulic sulla linea arretrata va considerata proprio in rapporto alle caratteristiche del bosniaco. Cursore infaticabile ma anche sempre pronto a quel cambio di passo per rendersi utile alle esigenze di più reparti. Così Lulic contro il Chievo partirebbe con funzioni da difensore di fascia, sempre però in rampa per sganciarsi a sostegno del centrocampo o per infilarsi eventualmente in qualche varco offensivo. Un cardine della catena sulla corsia sinistra, ruota motrice del gioco di Pioli.