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Lazio, Luiz Felipe trasformato: le sirene estere e la priorità al rinnovo
TRASFORMATO – Quest’anno Luiz Felipe sembra trasformato. Al termine della stagione scorsa, complice anche l’infortunio alla caviglia di settembre che lo ha tormentato nei mesi successivi costringendolo a un’operazione che lo ha tenuto fuori dal campo per 111 giorni, il calciatore contava 18 presenze. 12 in A e 4 in Champions. Un bottino al quale il numero 3 è già vicino in questo 2021/22. Sono infatti 11 le gare in cui Luiz Felipe ha giocato, sempre titolare, crescendo di partita in partita. Sarri ci ha puntato fin da subito e dopo lo spauracchio per i problemi al polpaccio che lo hanno costretto a dare forfait per il match contro lo Spezia, il brasiliano ha saltato solamente la Lokomotiv Mosca per gestione e il Verona per squalifica.
RINNOVO – Per la Lazio in realtà la crescita del brasiliano non è una novità. La società ci ha puntato fin da subito su di lui, nonostante i ripetuti acciacchi che spesso e volentieri lo hanno rallentato. Al momento è una scommessa vinta rispetto allo scetticismo iniziale e alla somma spesa per acquistarlo dall'Ituano (750mila euro).
A tal proposito quindi continuano le trattative per suo il rinnovo. Il classe ’97 è in scadenza a giugno 2022. In questo momento il suo contratto è quindi una priorità. Il suo rendimento sta facendo crescere di nuovo la sua valutazione, ma prima si dovrà arrivare all’accordo col suo entourage. Un’impresa, quest’ultima, che non sembra affatto difficile visti i buoni rapporti tra la Lazio e l’agente del calciatore, Castagna.
INTERESSAMENTI ESTERI – Attenzione però alle sirene estere. Luiz Felipe piace molto in Liga. Si era parlato di Barcellona, ma anche delle due squadre andaluse Siviglia e Betis. Finita qui? A quanto pare no. Anche Leonardo infatti, ds del Psg, avrebbe fatto un sondaggio per il centrale brasiliano. La richiesta del club capitolino è di 30 milioni di euro, ma prima di ogni discorso verrà data priorità al rinnovo. In passato si è parlato di un accordo fino al 2026, ma da lì non si è mosso ancora nulla a livello ufficiale. L’imperativo è evitare un altro caso Strakosha.