Occhio, malocchio, trasferta e Lotito. C’è un incredibile retroscena nell’ennesima assenza del presidente biancoceleste al San Paolo. Il giorno prima era stato avvistato a Napoli con un corno portafortuna, eppure mercoledì sera c’era di nuovo una seggiola vuota accanto al ds Tare. Come al Sant’Elia domenica. Non è una coincidenza, quando può Lotito non lascia mai nulla al caso o ai tanto cari fattori imponderabili: niente più voli per seguire la Lazio, magari sino a fine stagione. E’ un fioretto, è il frutto di una precisa scelta scaramantica. Maturata dopo una sconfitta e una vittoria. Le origini vanno infatti rintracciate nella debacle di Cesena: Lotito - come ricorda Il Messaggero - era sugli spalti del Manuzzi e finì 2-1. Poi, per un malanno improvviso, fu invece costretto a saltare la sfida del Friuli, di solito “maledetto”: lì iniziò invece, il 15 febbraio scorso con l’Udinese, il Settebello biancoceleste. Niente Sassuolo, Torino e Sant’Elia per il presidente. E niente semifinale di ritorno di Coppa Italia: 5 successi assoluti. Sarò dura per Lotito stare lontano dalla Lazio, ma sta forse seguendo l’oracolo del suo santone di fiducia.