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Lazio, Lotito: 'Stadio Roma? Quei terreni sono a rischio esondazione. Ecco come non ci sarà più l'albo dei procuratori'
Sullo stadio della Lazio e quello della Roma: "Per lo stadio della Lazio, dieci anni fa, sono stato un antesignano e abbozzai un’ipotesi di progetto che poi mi fu tarpato su presupposti di alcuni vincoli. Sono curioso di vedere che cosa succederà a quello della Roma che si trova in una condizione forse peggiore del progetto della Lazio. È totalmente infondato che vorrei una legge senza regole per mettere a frutto i miei terreni sulla Tiberina. Innanzitutto non ho scelto ancora la location, ma al di là di questo, penso che uno stadio debba avere un’auto consistenza di carattere economico-finanziario, un equilibrio economico-finanziario finalizzato sia alla realizzazione che al mantenimento. Quei terreni erano un’ipotesi di lavoro. E’ un’ipotesi ancora vera, sono 550 ettari, penso la più grande proprietà del comune di Roma. Se quei terreni sono a rischio esondazioni? Se sono a rischio esondazione quei terreni, figuriamoci quelli che stanno sulla sponda del Tevere che è dove verrà realizzato lo stadio della Roma. Sono curioso di vedere che cosa succede, se c’è un pari trattamento.”
Sul conflitto tra Thohir e Moratti all'Inter: "Moratti ha rappresentato il periodo passato, del grande mecenate, che per passione ha investito tanti soldi. Oggi sicuramente il calcio, con il fair play finanziario, necessita di un equilibrio economico finanziario della società. E quindi non consente più di coltivare alcune passioni che possono trovare consenso e viceversa, nella fattispecie trovano dissenso. Thohir rappresenta il nuovo modo di fare calcio. E’ finita l’epoca dei presidenti Mecenati. Non sta a me valutare la scelta di Moratti di arrivare fino in Indonesia a Thohir, il quale è entrato nel sistema calcio con le idee chiare e sta dimostrando di avere capacità gestionali. È un presidente che rispecchia la nuova filosofia del fare calcio".
Su Galliani: "Non si misura il potere contrattuale e la credibilità: è l’autorevolezza che uno acquisisce attraverso il consenso dei proprio colleghi. Galliani è il dirigente numero uno del calcio europeo, affettivamente parlando".