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Lazio: Lotito non decade... almeno per ora
Ma andiamo con ordine. La vicenda in questione è relativa all’accusa di aggiotaggio, ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità pubblica e omessa alienazione di partecipazioni avanzata dalla Procura di Milano contro Lotito nella compravendita dei titoli della Lazio risalente al 2005. Il presidente biancoceleste è stato prosciolto in Cassazione dalle prime due accuse per intervenuta prescrizione, mentre la nuova determinazione della pena per l’omessa alienazione delle partecipazioni – punita dall’articolo 173 del Testo unico della finanza (Tuf) – è stata rinviata alla Corte d’Appello.
Le norme della Federcalcio - come spiega Il Tempo -in caso di condanna penale sono chiare: 'Non possono assumere la carica di dirigente di società, e se già in carica decadono – si legge nell’articolo 22 delle Noif – coloroche siano stati condannati con sentenza passata in giudicato per i delitti previsti dalle seguenti leggi', tra le quali è nominato anche il Tuf. Secondo le tesi dell’«accusa», gli effetti della condanna devono considerarsi già in vigore nonostante la rideterminazione della pena, come asserito dalla sentenza della Cassazione numero 4904 del 1997.
Secondo la difesa e soprattutto l’ufficio legale della Figc, le cui conclusioni sono state comunicate già lo scorso 21 marzo al Coni (ma mai discusse in Giunta), non è però così: in primis perché se non c’è pena non c’è condanna, come dimostra l’immacolato certificato del casellario giudiziario di Lotito, concessione del giudice d’appello («Tenuto conto dello stato di incensuratezza degli imputati – si legge nella sentenza di secondo grado – la Corte ritiene che possano concedersi ai medesimi i doppi benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziario»); e poi perché, ricorda la Figc, secondo lo Statuto del Coni basta «non aver riportato condanne penali passate in giudicato a pene detentive superiori a un anno» per restare legittimamente in carica.
Per la verità, le norme federali sopra ricordate sono più dure e non pongono limitazioni temporali per la decadenza, stabilendo solo la condizione della sentenza passata in giudicato. Ma la Figc rimanda alle regole del Coni e prende tempo: Lotito può stare tranquillo almeno fino alla rideterminazione della pena da parte della Corte d’Appello. Aspettando magari un’amnistia o la modifica delle attuali norme Figc.