Lazio, Ledesma:| Torna nella 'sua' Lecce
Dalla biografia di Cristian Ledesma, alla voce tempo libero: 'Ascolto spesso la musica in dialetto salentino, ad esempio i Sud Sound System'. Che a molti, da queste parti, non diranno nulla: ai più giovani, però, sarà sicuramente capitato di cantare il loro più grande successo, 'Le radici ca tieni'. Le radici di Ledesma sono proprio lì, in Salento, nella terra 'de Lu Sole, Lu Mare e Lu ientu'. Nessuno gli chiederà di non emozionarsi prima della partita, perché tutti sanno che per 90 minuti saprà scordarsi del passato, anche se la sua è una carriera divisa a metà, mezza leccese (cinque anni) e mezza laziale (questo è il sesto anno).
Il Salento gli ha cambiato la vita: lì è arrivato bambino, lì è diventato uomo e calciatore. Ha conosciuto Marta, originaria di Guagnano, cinquemila anime alle porte di Lecce, che lo ha reso papà di Alice e Daniel: Marta ha lasciato la sua terra per seguire Cristian a Roma, e assieme sono tornati a Guagnano per battezzare i figli. A Lecce è rimasto invece il fratello Javier, 37 anni, che a Surbo (pochi chilometri fuori città) ha un ristorante argentino, il 'Posada Patagonia': Cristian, a Lecce con la Lazio, ci è tornato due volte, e due volte ha vinto. L'ultima, il 22 maggio: era l'ultima di campionato e, dopo l'amarezza per la mancata qualificazione in Champions, Ledesma ha portato tutta la squadra a cena dal fratello.
Dove c'è Lazio, c'è Ledesma: 13 partite su 13 in campionato, più cinque in Europa League. In mezzo al campo, senza Matuzalem e con Cana che non si sblocca, Ledesma è un certificato di garanzia. Anche con gli intermedi (lunedì Gonzalez e Lulic) più larghi del solito: 'Ma a me piace giocare proprio così, con questa libertà di azione', ha detto dopo la partita col Novara. Anche se non gli fosse piaciuto, si sarebbe messo lì, col sorriso e con la tigna. Il 3-0, l'assist a Rocchi (gli aveva regalato anche quello che era valso al capitano il 100˚ gol), un'altra partita da leader, il giorno dopo la vittoria del suo Boca nell'Apertura argentino. Meglio di così, non si può.
Che Ledesma sia uno a cui gli allenatori non rinuncerebbero mai, lo dicono i numeri: dalla stagione 2003-2004, la prima di Cristian in serie A (anche se aveva già esordito due anni prima), non è mai sceso sotto le 30 presenze in campionato. Unica eccezione, la stagione 2009-10, quando i problemi però erano altri, e Ledesma era fuori rosa per questioni legate al rinnovo del contratto. Ma lo dicono anche gli allenatori che lo hanno avuto: da Delio Rossi a Gregucci, da Silvio Baldini a Zeman. Fino a Reja, a cui è legato anche per il giorno del 'nuovo' esordio dopo la fine dell'emarginazione, lo stesso del debutto del tecnico: 14 febbraio 2010, il giorno degli innamorati. Come lui, del Salento e della Lazio.
(Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)