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    Lazio, le pagelle di CM: quanta sfortuna, Immobile di ghiaccio

    Lazio, le pagelle di CM: quanta sfortuna, Immobile di ghiaccio

    • Luca Capriotti
    Lazio-Bologna 1-1

    Marchetti 6: respinge il diagonale di Donsah, per il resto al rientro in campo non viene quasi mai messo in difficoltà. Incolpevole sul gol, Helander era troppo vicino alla sua porta per poter intervenire. In due tempi su Taider non si fa cogliere impreparato.

    Patric 6: va in difficoltà poche volte contro Di Francesco, spesso è l’ultimo uomo quando la Lazio affonda per riagguantare il pareggio, ma riesce a sbrogliare parecchie situazioni potenzialmente complicate, senza troppi intoppi.

    Hoedt 5,5: riesce con una rasoiata a creare i presupposti per finire sul tabellino, per il resto la Lazio si appoggia su di lui quando Parolo è troppo schermato per dirigere il gioco. Quasi mai preciso, nella ripresa sbaglia troppo in fase di impostazione.

    De Vrij 6,5: la qualità cristallina dei suoi interventi gli fa guadagnare gli applausi dello stadio. Sempre pulito e attento, si fa male nella ripresa, momenti di paura in campo, con l'intervento di ambedue gli staff medici.

    (dal 52' Cataldi 6: tutti i calci piazzati passano per i suoi piedi, Inzaghi vuole dare maggior fosforo al centrocampo e lo inserisce al posto dell'infortunato De Vrij. Lui risponde con buone geometrie, prova a calciare una punizione, tra le braccia di Da Costa che ringrazia).

    Radu 5,5: esperienza e solidità, Inzaghi lo sposta al centro della difesa quando De Vrij si fa male, ma la sua partita attenta non subisce particolari flessioni di rendimento. Affidabile, la Lazio ha bisogno della sua esperienza.

    (dal 68' Wallace s.v: guadagna il rigore del pareggio con un po' di esperienza, a dispetto della giovane età).

    Milinkovic-Savic 5: suo il primo acuto del match, un colpo acrobatico che finisce a lato. Sale di tono con lo scorrere dei minuti, suo l'assist per Immobile che colpisce la traversa. Nel voto paga due grosse occasioni sprecate sul groppone, la prima grazie al colpo di reni di Da Costa. Fa peggio 10 minuti dopo, quando a tu per tu con da Costa spara altissimo.

    (dal 76' Luis Alberto 5: entra e non riesce praticamente mai ad incidere. Tocca pochi palloni, è ombroso, per essere l'erede di Candreva mette proprio poco in campo. Da rivedere, ma molto fumo fino ad ora).

    Parolo 5,5: nel primo tempo viene spesso mandato fuori fase dal fraseggio del Bologna, veloce e rapido. Prova a mettere cuore e fatica in un ruolo non suo, non riesce a dare ritmo in maniera efficace, inserimenti efficaci nemmeno a parlarne. Onore al sacrificio, e poco altro. 

    Lulic 6: corsa e tenacia, si inserisce spesso da mezzala nelle trame offensive biancocelesti. Quando Inzaghi lo piazza come terzino sinistro prova a supportare Keita sprintando quanto gli consente Verdi. Ci prova fino alla fine.

    Felipe Anderson 5,5: quando il Bologna si abbassa per difendere il risultato forza spesso la giocata, non riesce quasi mai a saltare l’uomo, difficile giudicare una gara come sempre persa tra alti (pochi) e bassi (molti di più). Un tenore senza voce non può cantare, e oggi il canto di Felipe è rimasto sotto la doccia.

    Immobile 6,5: anche sfortunato, il suo tiro da posizione defilata è una cannonata secca che si infrange sul palo. Per il resto corre tantissimo, dà l'impressione di poter essere sempre pericoloso ma Da Costa sembra avere un conto in sospeso con lui e gli para tutto. Si prende tutta la mostruosa responsabilità di raddrizzare la sorte avversa andando a battere il calcio di rigore del 96'. Lo stadio urla il suo nome, ed è segno di una connessione con la piazza che cresce di partita in partita.

    Keita 6: si conferma un gradino sopra tutti per stato di forma, tecnica, dribbling secco. Salta sistematicamente Mbaye, lo manda in paranoia a suon di doppi passi. Nella ripresa cala di rendimento, non è più lucido e la sua partita ne risente. E la Lazio ne risente altrettanto.


    All. Inzaghi 6: la sua Lazio lotta per il secondo posto e incontra un Bologna in palla e ben piazzato in campo, ma al netto di un gioco a volte troppo lento e prevedibile, deve maledire anche una cattiva stella che ha brillato sopra la porta di Da Costa. Incredibile credere che, al netto delle palle gol create, la sua Lazio non sia riuscita mai ad esultare. Dovrà lavorare ancora sul gioco e sulle soluzioni quando gli avversari si abbassano, magari anche un po’ sull’astrologia. Il gol del pareggio è solo un parziale risarcimento astrale.

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