Calciomercato.com

  • NurPhoto via Getty Images
    Lazio, le pagelle di CM: manca il gioco, Keita decisivo

    Lazio, le pagelle di CM: manca il gioco, Keita decisivo

    • Luca Capriotti
    Lazio-Empoli 2-0

    Strakosha 6,5: esordio da titolare in casa, rimane senza grossi impegni finché Gila in area lo costringe alla parata reattiva. Si complica la vita su un rinvio, per poco non combina un pasticcio. Colpevole di un'uscita folle nella ripresa, che provoca più di una palpitazione ai tifosi, poi nel finale è pulito nella respinta su Pucciarelli.

    Wallace 6: alla sua prima all'Olimpico si dimostra un difensore concreto. Una sola, grossa uscita a vuoto su Croce, che regala a Gila una palla gol. Il difetto di non sapere la lingua potrebbe non essere l'unico che ha, ma riesce a nasconderlo bene, salvando la porta di Pucciarelli nel finale. Poi fallisce il gol che poteva chiudere il match.

    De Vrij 7: nel primo tempo è preciso, guida una difesa priva di Bastos con autorità. Viene impegnato poche volte, ma non sbaglia mai, regala eleganza e classe. La Lazio ha pochi giocatori sopra la media, e uno è Stefan de Vrij.

    Radu 6: oggi abbiamo scoperto che batte le punizioni al limite dell'area; per il resto attento, senza sbavature. La difesa sta trovando i meccanismi a tre, lui cresce con gli altri, con esperienza.

    Felipe Anderson 6,5: si muove ancora come esterno di centrocampo, alla Candreva in Nazionale. Serve a Keita due rigori in movimento, il secondo finisce in rete. A volte viene un po' sopraffatto dalle attenzioni tattiche, e arriva poco lucido all'assist. Comunque quasi sempre bello da vedere, in questa Lazio dove il tasso estetico è al ribasso.

    (dall'83' Lombardi s.v.)

    Parolo 6: un cauto Mi Piace sulla sua prestazione. Fa della condivisione della fatica uno dei suoi mantra, si sobbarca un lavoraccio oscuro, magari con meno inserimenti decisivi ma più corsa. Si ritrova di nuovo senza Biglia, ma affianca Cataldi con la stessa dose di corsa. La sua qualità migliore, gli inserimenti, ancora latita. 

    Biglia s.v.: il suo match finisce subito, dopo appena 8' di gioco. Qualcuno dovrà spiegare il suo impiego: era dato in forse, e dal forse è passato di nuovo all'infermeria, in lacrime. Brutta tegola per Inzaghi.

    (dal 9' Cataldi 5,5: ingaggia un duello di posizione con Saponara, spesso neutralizzandolo con attenzione. Molto pulito e attento nelle geometrie in cabina di regia. Nella ripresa cala fisicamente, e prende un giallo di stanchezza).

    Milinkovic 5,5: viene spesso scavalcato dai lanci lunghi a cercare Immobile, fa il suo con fisico e volontà. Insegue spesso Saponara, ed è un ruolo ingrato. Inzaghi lo sposta più avanti e diventa il regista offensivo.

    Lulic 6,5: un primo tempo ad alto contenuto di positività, fatto di strappi e attenzione. Molto preciso e presente. Inzaghi mette in campo il suo alter-ego, Lukaku, senza toglierlo, perché gli dà comunque garanzie di esperienza in una squadra young. E lui lo ripaga con il gol che lascia tranquilli tutti negli ultimi sgoccioli di gara.

    Immobile 6: sempre in movimento, prova la botta di sinistro nella prima frazione che fa gridare lo stadio. Inesorabile mette il piede e la corsa ed il cuore su ogni offensiva della Lazio. Un po' troppo frettoloso, spesso in fuorigioco: il cuore non manca, la lucidità a volte sì.

    Keita 7: comincia subito forte, con una punta (un tir) di egoismo: potrebbe servire Immobile e Parolo, tira alto. Felipe gli serve due due rigori in movimento, al secondo lui porta la Lazio in vantaggio. Ha il difetto di non passarla ad Immobile quasi mai, ma regala gli unici sussulti di spettacolo della partita.

    (dal 65' Lukaku 5,5: si guadagna applausi per un suo strappo nella ripresa in ripartenza che brucia il diretto marcatore. Perde un pallone delittuoso che per poco non regala la rete a Pucciarelli, confermando di essere troppo lezioso a volte).


    All. Inzaghi 6: la sua Lazio non fa brillare ancora gli occhi, ma porta a casa zero reti subite e una buona compattezza, e questo è bene. Qualcosa da rivedere dalla cintola in su: se c'è una visione di gioco complessivo, ancora non si vede del tutto, è questo è male.

    Altre Notizie