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    Lazio, Lazzari: 'Giocando così possiamo battere tutti. L'Italia è il sogno. Soprannome? Chiamatemi come volete'

    Lazio, Lazzari: 'Giocando così possiamo battere tutti. L'Italia è il sogno. Soprannome? Chiamatemi come volete'

    Eletto dai tifosi della Lazio come il migliore in campo nel derby contro la Roma, Manuel Lazzari è stato intervistato dai canali ufficiali biancocelesti. Ecco come si è espresso sulla stracittadina e non solo.

    Quello del derby è stato il miglior Lazzari con la maglia della Lazio?
    "Sicuramente, ma non solo io. Credo che tutta la squadra abbia fatto la miglior partita tutti. Abbiamo giocato con grande intensità per 96 minuti, siamo veramenti contenti per questa vittoria che ci dà una grande spinta".

    Sull'approccio al derby...
    "Abbiamo approcciato la partita nel migliore dei modi. Sulle seconde palle arrivavamo sempre prima noi. Dal campo, soprattutto dopo il primo gol, avevamo la consapevolezza che continuando in quel modo avremmo vinto. Avevamo la sensazione di essere superiori e l'abbiamo dimostrato".

    Sul primo gol...
    "Noi esterni quando vediamo che l'attaccate riceve palla con le spalle rivolte verso di noi partiamo. Io l'ho fatto in automatico. Appena Spinazzola ha sbagliato lo stop e Immobile ha preso palla ho cominciato a correre. Ci ho creduto fino alla file, la palla poteva andare in angolo o al portiere, ma fortunatamente è arrivata a Ciro, e lui non sbaglia. Tra l'altro quando ho intercettato palla a Ibanez non avevo capito se arrivasse prima Ciro, io o Smalling. Poi però ho visto che ce la faceva Ciro e mi sono tolto, ma per un attimo non ci siamo capiti (ride, ndr)".

    Sul secondo gol...
    "Anche lì Sergej mi ha messo una palla in profondità. Sono stato bravo a mettermi davanti col corpo a Ibanez. Lì ci siamo scontrati e pensavo che l'arbitro fischiasse rigore. Una volta visto che non fischiava mi sono rialzato subito e ho servito Luis Alberto, ma ero convinto che Orsato fischiasse subito rigore".

    Improvvisamente è tornata la condizione e la fiducia...
    "Penso che un periodo di appanamento ci possa stare durante una stagione, soprattutto quando giochi la Champions e scendi in campo ogni tre giorni. Ci siamo trovati quasi sempre in emergenza sulle fasce, per questo non riuscivamo sempre a dare il 100%. Sia io che Adam abbiamo tenuto duro e il lavoro ora sta pagando. Siamo felici di dare una mano importante alla squadra".

    Terminato il derby, cosa vi siete detti nello spogliatoio?
    "Sapevamo che dopo le vittorie su Parma e Fiorentina questa era una gara cruciale, non solo perché era il derby, ma perché con la terza vittoria di fila potevamo salire in classifica. Ci eravamo detti che se avessimo giocato da Lazio avremmo fatto bene. Sapevamo della nostra forza e che tornando quelli prima della pandemia possiamo far male a tutti. Siamo vivi e non molliamo niente".

    Quale soprannome scegli?
    "Per me potete chiamarmi come volete, mi sta bene tutto (ride, ndr)".

    Sugli antidolorifici...
    "Diciamo che come aveva detto anche il mister, ho giocato contro Parma e Roma con degli antidolorifici dopo una forte botta presa alla schiena contro la Fiorentina. Però la mia caratteristica principale è la corsa e cerco sempre di metterla a disposizione della squadra".

    Perché calci poco in porta?
    "Su quello devo crederci un po' di più. Preferisco spesso fare l'assist, ma ci sono delle occasioni in cui entro in area nelle quali devo essere più egoista".

    Sul gol col Celtic...
    "Quando non penso faccio le cose migliori (ride, ndr). A Celtic Park era un'azione di contropiede, in area non c'era nessuno e ho calciato in porta. Sicuramente è una cosa su cui devo migliorare".

    Sulla Nazionale...
    "Penso sempre che il nodo principale sia il modulo. La Nazionale gioca con un modulo diverso dalla Lazio. Io sicuramente ho il sogno di giocare con l'Italia. Io devo prima fare delle grandi partite in biancoceleste, poi se arriva la chiamata bene, altrimenti continuerò a dare il massimo qui alla Lazio".

    Pensi che dovresti lasciarti andare di più?
    "Rispetto all'anno scorso sono cresciuto molto anche a livello mentale. L'anno scorso ero molto teso nel girone di andata poiché ero arrivato in una squadra incredibile e giocavo in uno stadio incredibile. Ora sono migliorato, sono più tranquillo e rischio di più la giocata. Poi è chiaro che la condizione fisica aiuta".

    Vi sentite di nuovo in grado di fare qualcosa di speciale?
    "Sappiamo che non abbiamo passato momenti felici, però ci siamo parlati tra noi e ci siamo uniti, e così ne siamo usciti insieme".

    Cosa diresti ai nuovi compagni?
    "Io in primis ho fatto i primi mesi in difficoltà, pensavo di non essere all'altezza venendo qui da una realtà inferiore. Non è facile ambientarsi in un nuovo spogliatoio e in un ambiente diverso dal solito. I nuovi arrivati però hanno grandi qualità e sono molto fiducioso sulla loro crescita".

    Sul Bayern Monaco...
    "Siamo riusciti a superare il girone di Champions e ora andremo a giocare contro i campioni d'Europa. Sono una squadra pazzesca. Sicuramente arriveremo carichi a mille, ma prima del Bayern ci sono tante partite in campionato che dovremo superare bene per arrivarci al meglio".

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