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    Lazio, la sorpresa low cost della Serie A: da Baroni a Tavares, il rapporto qualità-prezzo fa impallidire le big

    Lazio, la sorpresa low cost della Serie A: da Baroni a Tavares, il rapporto qualità-prezzo fa impallidire le big

    • Tommaso Fefè
    Massima resa, minima spesa. O per lo meno oculata. Questo il segreto della Lazio tornata a volare nella parte alta della classifica dopo un’annata, la scorsa, da dimenticare e una rivoluzione estiva che ha dato il via al nuovo ciclo targato Baroni. E proprio dall’allenatore è partita soprattutto quell’ottimizzazione dei costi e degli investimenti che nel rapporto qualità-prezzo rendono la società biancoceleste uno degli esempi più virtuosi in Serie A.

    INGAGGI – Delle prime 7 in classifica, il tecnico biancoceleste è il meno pagato (1 milione all’anno). Per fare un raffronto, Palladino alla Fiorentina percepisce 600mila euro in più di Baroni. Alla Juventus, Thiago Motta – che ha pure 5 punti in meno in classifica di Allegri un anno fa – prende quasi il quadruplo del mister della Lazio. Fonseca, due volte e mezzo, Gasperini tre e persino Vincenzo Italiano percepisce più del doppio di emolumenti rispetto a Baroni. In generale, la società di Lotito in estate ha dovuto abbattere di 4 milioni il monte ingaggi, anche per rientrare nei paletti sempre più stringenti delle nuove norme federali. Ad oggi il totale degli stipendi riconosciuti ai propri calciatori è di 40,5 milioni di euro netti. Circa 5-6 in più rispetto a Fiorentina e Atalanta, ma infinitamente meno di Napoli e Inter, che spendono rispettivamente 82,9 e 141,7 milioni per aver un solo punto in più in classifica (i partenopei) o addirittura gli stessi punti (i nerazzurri).

    CAMPAGNA ACQUISTI – Per arrivare alla dodicesima giornata a -1 dal primo posto, e guidare in solitaria la classifica dell’Europa League dopo quattro partite, la Lazio ha speso sul mercato meno di 9 milioni di euro. O meglio – perdonerà Lotito la grossolanità dei conti, al netto di Iva, costi per gli intermediari e percentuali per i procuratori dei giocatori – la società ha chiuso il bilancio dell’ultima campagna trasferimenti con un passivo di -8,95 milioni per i soli cartellini dei calciatori. 34,9 milioni il totale degli acquisti (al netto dei dilazionamenti che verranno versati in futuro e che quindi per ora qui non sono contati), cui fanno da contraltare incassi per 25,95 milioni già messi a bilancio. Di fatto la spesa maggiore ad oggi è stata quella del riscatto di Guendouzi (13 milioni). Per Noslin, in attesa che scattino le varie clausole, per il momento sono stati pagati solo 8,9 milioni al Verona. 10 invece quelli spesi per Tchaouna, mentre due uomini divenuti già elementi chiave per la squadra, quali Dia e Tavares, sono formalmente in prestito. Per rendersi conto: la Fiorentina ha chiuso il bilancio estivo con -29,97 milioni, l'Inter con -62,31, il Napoli addirittura con -138.

    VALORI IN CAMPO E FUORI – Il rendimento della Lazio in questa prima parte di stagione avvalora uno dei mantra di Lotito, secondo cui va combattuta la logica del “chi più spende, più vince”. In altre parole, i valori sulla carta, in particolare quelli economici, non necessariamente rispecchiano quelli sul campo. L’esempio del Milan, attardato di 7 punti in classifica rispetto ai biancocelesti nonostante i 104,3 milioni di monte ingaggi e una rosa dal valore stimato oltre il doppio di quella laziale, è significativo in questo senso. Per non parlare della Roma, addirittura finita al momento nella lotta per non retrocedere (i giallorossi sono solo a +4 sul terzultimo posto) nonostante gli 89,9 milioni di stipendi per i propri giocatori, due allenatori (tra poco tre) a libro paga (De Rossi aveva un contratto da 3,2 milioni a stagione) e un valore della rosa di oltre 330 milioni. La Lazio con i suoi 236,35 milioni è quella che “vale di meno” nel gruppo di testa. Sulla carta, appunto. Perché il campo dice che ha vinto dieci delle ultime undici gare tra Serie A ed Europa League, con il terzo miglior attacco sia in campionato, sia in coppa. Si può dire quindi che i proclami estivi del presidente e del ds Fabiani, che affermavano “non si tratta di un ridimensionamento della rosa, ma di una riorganizzazione”, al momento si stanno rivelando veritieri.

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    Stenojoy
    Stenojoy

    Chissà che algoritmo avrà usato Lotito...

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