Lazio:| La rivincita di Cana
Finalmente il gol di Lecce, dopo tante amarezze e qualche critica forse troppo prematura. Lorik Cana si è ripreso la Lazio in Salento con una prodezza personale importantissima per la vittoria finale della banda di Reja e una prestazione convincente che ha bloccato le voci di una possibile partenza a gennaio. L'Olympique Marsiglia, squadra di cui è stato capitano, lo ha richiesto, ma il guerriero albanese non vuole arrendersi prima di aver dimostrato il suo valore. Anche in Francia, dove ha collezionato 122 presenze e sei gol in quattro stagioni, era partito male, aveva avuto bisogno di otto mesi d'ambientamento per poi diventare l'idolo della tifoseria marsigliese. E il risveglio di Lecce potrebbe essere un segnale importante per il prosieguo di una stagione in cui l'ecatombe dei centrocampisti sta spingendo Reja a dare più fiducia a Cana.
L'inserimento da mezz'ala pura che ha fruttato la rete di sabato, l'aver saputo attaccare lo spazio libero dietro ai centrali difensivi avversari, ha smentito anche quelli che lo aveva già bocciato e lo consideravano solo un raccomandato dal diesse, connazionale e amico Tare. E invece il dirigente biancoceleste è disposto a scommettere su Lorik, sulla sua adattabilità al calcio italiano. Sul ruolo migliore tanti interrogativi, perché Reja finora lo vede solo in un centrocampo a due oppure come vice Ledesma, mentre lui è convinto di poter scendere in campo in qualsiasi posizione del centrocampo mettendosi sempre a disposizione dell'allenatore biancoceleste. Intanto domani serà giocherà accanto al regista argentino per mancanza di alternative, ma anche perché in questo ultimo mese anche Reja non può negare i progressi compiuti dall'albanese. Che vive i suoi stenti iniziali con grande serenità, ha troppa fiducia in se stesso per pensare a un fallimento.
'Mai pensato di andarmene, la Lazio è una grande squadra, ci sarà spazio per tutti', ha detto a ripetizione nelle ultime settimane. Contro lo Sporting cercherà di guadagnarsi anche il posto per le successive partite di campionato prima della sosta natalizia, perché a 28 anni ha tanta voglia di essere protagonista con la maglia biancoceleste. Solo tra qualche anno comincerà a pensare al suo sogno: diventare archeologo, visto che sta studiando per laurearsi in storia dell'arte a Tirana, nella sua Albania di cui è anche capitano giocando però da difensore centrale. Prima deve zittire i suoi detrattori e conquistare la Lazio, solo poi penserà a un futuro tra quadri e statue.
(Il Tempo)