A Parma, domenica prossima, ci sarà pure Miro Klose, ieri rientrato in gruppo a Formello e già in gol nella partitella come se nulla fosse, come se non avesse sbottato all’inizio della settimana attraverso le pagine della 'Bild' in Germania: 'Non sono contento, gioco troppo poco, voglio maggiore spazio. Via a gennaio? Tuttoè possibile' e mandato in bianco la Lazio col Varese in Coppa Italia, martedì scorso, per un fantomatico mal di schiena. Ma al Tardini - come riporta il Corriere della Sera nelle pagine romane - sarà più che altro la prima volta della Lazio senza la certezza Candreva, 13 su 13 da titolare e una caterva di assist (7 più 2 reti) prima dello stop fino ad anno nuovo per la lesione alla coscia. Per Stefano Pioli è un momento delicato, forse addirittura decisivo. Prima dell’incontro chiarificatore di Natale col presidente su contratto e progetto tecnico, infatti, Pioli ha tre gare a disposizione per gestire i malumori interni – di cui il caso Klose rappresenta solo la punta dell’iceberg – e la pesantissima assenza del laziale dal rendimento migliore: Intanto il casting per trovare il sostituto di Candreva è già partito e Felipe Anderson risulta virtualmente titolare. Il tutto per rimettere in moto la squadra e riacquistare punti agli occhi di Lotito, irritato dall’ultimo mese della Lazio e dalla gestione delle risorse umane da parte del tecnico. Non perfetta, di sicuro, ma ostacolata da un equivoco iniziale. Si era parlato di rivoluzione, di cambio di mentalità, di ventata di gioventù. In realtà Pioli ricorre sempre più spesso alla vecchia guardia, un usato sicuro che non dà prospettive, ma almeno limita la possibilità di sfondoni. Se gli accordi prevedono il rinnovo automatico solo in caso di Europa League, perché mai l’allenatore dovrebbe rischiare di perdere la panchina schierando i giovani? Così, però, il nuovo ciclo non può partire.