Balde Diao Keita è già stanco. Tre partite osservate mestamente dalla panchina – spiega Il Tempo – sono state sufficienti per far arrabbiare il giovane spagnolo. Da stella emergente, uomo chiave del nuovo progetto Lazio, ad alternativa di lusso, riserva dell’amico Felipe Anderson, del tuttofare Lulic e del capitano Stefano Mauri. Keita non ha preso affatto bene le esclusioni, così come i rimproveri per nulla velati avanzati dal tecnico Stefano Pioli dopo l’ottima prestazione nella prima gara ufficiale della nuova Lazio con il Bassano: 'Deve giocare per la squadra e muoversi per tutti i novanta minuti e non solo quando ha la palla tra i piedi', aveva spiegato l’allenatore emiliano. Contro Milan e Cesena lo spagnolo non l’ha fatto al meglio e così, all’improvviso, si è ritrovato in panchina a Marassi, scalzato da Anderson, e poi ancora all’Olimpico con l’Udinese e infine – nonostante il buon approccio nei pochi minuti giocati contro i friulani – lunedì sera a Palermo, penalizzato anche dal nuovo 4-2-3-1 scelto da Pioli. 'Stiamo un po’ riflettendo – ha spiegato Ulisse Savini ai microfoni di Radiosei – vogliamo capire la motivazione dell’esclusione. Keita è un ragazzo positivo, fa autocritica e sta cercando di impegnarsi al massimo per convincere il mister, ma certo non può fare i salti di gioia per la situazione. In queste ultime gare Pioli ha ruotato tutti gli attaccanti tranne lui, forse tecnicamente o tatticamente non lo soddisfa'. Oggi Pioli ritrova la squadra a Formello, nei prossimi giorni dovrà decidere se confermare il 4-2-3-1 – nel quale il favorito per un posto sulla fascia sinistra resterebbe Lulic – o rilanciare il 4-3-3 e magari il gioiellino Keita.