Diakitè, auto in fiamme:| Tutti i dettagli dell'episodio
Ha visto le lingue di fuoco che si alzavano davanti al cancello ed è corso in strada ma, ormai, era troppo tardi. La sua Bmw 'X5' era completamente distrutta, come la 'Panda' della sua compagna, madre di una bimba di 2 anni. Seriamente danneggiata la 'Ford Ka' del suocero. Una bruttissima sorpresa per Modibo Diakité, 25 anni, il difensore francese con passaporto del Mali al centro di una lunga diatriba con la Lazio per un contratto che, dopo un interminabile tira e molla, non verrà quasi sicuramente rinnovato. I carabinieri del capitano Zito, comandante della compagnia Cassia, stanno passando al vaglio ogni ipotesi: dal gesto inconsulto di un tifoso a una questione personale. Ancora da accertare, formalmente, le cause dell'incendio anche se l'origine dolosa sembra evidente. Sul posto, vigili e carabinieri non hanno comunque ritrovato inneschi o tracce di benzina.
È accaduto verso le 2. Diakité era a casa del suocero, che abita in via Prato Corazza, nella zona di Cesano, assieme alla compagna e alla figlioletta e la famiglia era già a letto quando gli incendiari si sono avvicinati, silenziosamente, alle tre auto parcheggiate in strada e hanno appiccato il fuoco. Il calciatore si è precipitato in strada e ha tentato di spegnere le fiamme ma, alla fine, ha dovuto chiedere aiuto. Ascoltato dai carabinieri, il difensore biancoceleste ha detto di non aver ricevuto minacce né avvertimenti di alcun tipo. Un anno fa, Diakité era stato coinvolto in una violenta lite con un uomo al ristorante ma la cosa si era risolta con il reciproco ritiro della querela.
'L'ho saputo stanotte - dice al sito Lalaziosiamonoi Ulisse Savini, agente del calciatore -, ero ad Amsterdam e mi ha chiamato lui. Crediamo che sia il gesto di una persona non normale o comunque di un esaltato che avrà voluto spaventarlo ma che non è riuscito a gestire la vicenda. Non pensiamo che sia qualcosa legato alla vicenda contrattuale. Non si può giustificare un gesto del genere. Modibo - aggiunge Savini - è scosso ma tranquillo. Mi ha detto: le macchine si aggiustano, l'importante è che non si sia fatto male nessuno. Sicuramente il calciatore e la società non possono giustificare un gesto di questo tipo se fosse legato alla vicenda del contratto'.
I militari stanno ora controllando anche le telecamere di sicurezza di tutta la zona e delle abitazioni circostanti per tentare di trovare qualche immagine degli attentatori. L'anno passato, durante la grande nevicata che ha paralizzato la capitale, Modibo Diakité era rimasto a piedi per motivi diversi: la sua abitazione era completamente isolata e il calciatore aveva camminato per due ore nella neve per arrivare in tempo agli allenamenti a Formello.
(La Repubblica - Edizione Roma)