Lazio, i tifosi rispondono a Nicchi: 'I medici in tribunale sí, gli arbitri no?'
Gli 11 tifosi della Lazio che hanno deciso di portare in Tribunale Giacomelli e Di Bello hanno risposto alle parole di Nicchi, presidente dell'AIA, che oggi si è espresso in maniera molto polemica sulla vicenda. Questo il comunicato dei sostenitori biancocelesti: “Le parole del sig. Nicchi destano autentico stupore. Il capo degli arbitri ritiene che sia "gravissimo" che un direttore di gara sia chiamato a rispondere del proprio operato davanti alla giustizia ordinaria: può dunque spiegarci per quale motivo avvocati, commercialisti, medici, notai, possono essere e sono spesso chiamati in Tribunale a rispondere dei loro gravi errori, mentre chiedere lo stesso ad un arbitro sarebbe "gravissimo"? Può spiegarci il capo degli arbitri come mai mostra così scarsa fiducia negli organi della Giustizia ordinaria, ossia nella capacità del Giudice di valutare la fondatezza o meno dell'azione proposta? E ancora: lo sa il sig. Nicchi che gli arbitri Giacomelli e Di Bello non hanno nemmeno riscontrato la richiesta di definire la vicenda fuori dal Tribunale loro rivolta dai legali difensori dei tifosi della Lazio e che la convocazione dinanzi al Giudice di Pace è stata la inevitabile conseguenza di tale rifiuto? Sarebbe certamente più utile per il calcio se, anziché dubitare della qualità della Giustizia ordinaria, il sig. Nicchi si occupasse della qualità del sistema arbitrale italiano, ivi inclusa la capacità dell'AIA di intervenire in modo efficace nei confronti degli arbitri che commettono errori ingiustificabili: se ciò fosse avvenuto con i signori Giacomelli e Di Bello probabilmente non ci sarebbe stata nessuna causa e certamente non sarebbe stata data a detti arbitri la facoltà di perseverare nei loro gravi errori, come accaduto con l'incredibile nuovo errore di Giacomelli nel recente Genoa-SPAL”.