Lazio:| Hernanes e Klose, i gemelli del gol
Non è più una sbronza di inizio stagione. Dopo il turno di stop, per lasciare spazio alle Nazionali, la Lazio doveva andare a caccia di conferme per non etichettare l'avvio spumeggiante come 'fuoco di paglia'. E le conferme sono arrivate. I biancocelesti hanno dominato più di un tempo contro il Milan che ha provato a reagire quando ormai era tardi. Tre a due e Olimpico in festa. Nel segno di Hernanes e Klose. Di nuovo. Se Petkovic continua a battere le mani a tutta la squadra, e al gruppo questo sembra aver fatto solo bene, è indubbio che negli ingranaggi della Lazio ci sono i singoli a fare la differenza. Il brasiliano e il tedesco sono in cima a questa lista, se non altro perché i due finiscono puntualmente sul tabellino dei marcatori a ogni vittoria biancoceleste. Su quindici gol realizzati in campionato hanno messo la loro firma su ben undici di questi. Presenti anche in Europa League con una realizzazione a testa (contro il Mura 05 nel match di andata).
I successi, dunque, arrivano nel loro segno. Quello contro il Milan è stato solo l'ultimo. A Pescara, dopo il gol in avvio di Hernanes è arrivata la doppietta di Klose. E poi, procedendo a ritroso, i due sono stati decisivi nelle vittorie contro il Chievo Verona, il Palermo e l'Atalanta. Se la Lazio si trova lassù a dominare dall'alto del terzo posto e a una sola lunghezza dal Napoli, tanto da poter almeno per ora sognare di volare oltre l'obiettivo Champions League, lo si deve soprattutto a loro. Così diversi, così decisivi, Hernanes e Klose reggono da soli due reparti fondamentali della Petko-macchina. Il brasiliano, che nello scorso campionato è stato più discontinuo, ha ritrovato brillantezza grazie al bosniaco. Perché ora gioca due metri indietro e può fare il regista pensando a mente sgombra grazie al lavoro sporco portato avanti da Ledesma e Gonzalez.
L'ha detto anche Petkovic, l'altro ieri sera, che su di lui (come su Candreva) tanto lavoro è stato fatto non solo in campo ma anche fuori dal rettangolo di gioco, parlando, discutendo, confrontandosi sulle migliori scelte da prendere per sfruttare le sue qualità. E allora, libero di esprimersi, Hernanes prende per mano la squadra, trascinando gli altri dieci a ogni ripartenza, imbeccando le verticalizzazioni per i laterali, distribuendo gioco con tutti e due i piedi (è un ambidestro perfetto) e galoppando palla al piede fino al limite dell'area provando la botta da fuori sempre velenosa e spesso decisiva: ha già segnato cinque gol in campionato ('molto felice per la vittoria di ieri, e più felice ancora di aver segnato un gol', ha scritto ieri su Twitter) e uno in Europa.
Klose, invece, ha il compito di tenere in piedi il reparto offensivo. Lo fa da solo, perché è l'unica punta nel 4-1-4-1 del tecnico, ma sembra trovarsi a proprio agio. Il tedesco, alla tenera età di 34 anni e con un calendario di impegni anche internazionali da far paura, non molla mai un metro. Spalle alla porta lotta per difendere la palla quando la squadra deve respirare e apre praterie per gli inserimenti verticali dei centrocampisti (vera arma di questa Lazio). Non bastasse, magari con sorpresa del pubblico che si meraviglia ogni volta, lo vedi recuperare nell'area amica per andare in soccorso della difesa. Ovvio, quando l'area è invece nemica lui non sbaglia. Una macchina da gol che quest'anno è andata a segno sei volte in campionato e una in Europa League. Dall'inizio della stagione dodici partite giocate, nove vittorie, due sconfitte e un pareggio. Ventuno gol fatti in cento tiri tondi tondi realizzati (tra quelli in porta e quelli) per una media da alta classifica. Nel segno di tutta la Lazio e del nuovo allenatore venuto dall'ignoto, certo, ma soprattutto nel nome di Hernanes e Klose.
(Il Tempo)