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La Lazio migliore di sempre, anche con le riserve. E Felipe Anderson è rinato
La Lazio stappa una bottiglia gran riserva, anzi, gran riserve. Questa Lazio è una macchina da guerra: 13 gol nelle ultime 3 partite, record di punti nel girone d’andata (superato Petkovic), terza vittoria consecutiva. Con le seconde linee, senza Ciro Immobile e Luis Alberto. Cosa chiedere di più ad Inzaghi?
RECORD DI PUNTI - Nulla, infatti gongola la sponda biancoceleste di Roma: una Lazio così non si vedeva da anni, qualcuno mormora che sia la migliore Lazio post-Cragnotti, dopo i fasti del secondo scudetto. L’impianto di gioco, nonostante le cessioni di Biglia e Keita, rispetto a quello pur notevole dello scorso anno è cresciuto per mole di lavoro, qualità, offerta di calcio. Alcuni giocate dei migliori interpreti biancocelesti (Milinkovic e Luis Alberto su tutti) sono veri e propri spot per il calcio. Se ne accorgono tutti: in Spagna parlano di Luis Alberto, in Inghilterra The Guardian tesse le lodi della banda di Inzaghi. E ne ha ben donde: Immobile è il capocannoniere della Serie A, eppure si ferma lui, e l’attacco si muove lo stesso, e a ritmi supersonici. Basta una Lazio rimaneggiata a farne 3 all’Udinese, divertendosi, senza troppa fatica. Con quelli che, a tutti gli effetti, rischiano di essere i nuovi acquisti biancocelesti, oltre all’ex Juventus Caceres, ancora a secco di presenze. Le cosiddette riserve fanno strabuzzare gli occhi dal piacere. Gran riserve, appunto.
LE RISERVE DA TERZO POSTO - Nani firma la rete del raddoppio, la seconda in 3 giorni, Felipe Anderson gli serve un pallone che bisognerebbe far rivedere alle scuole calcio. Delicato, delizioso, finissimo: il brasiliano è tirato a lucido, sembra in grado di innalzare ulteriormente il già elevatissimo tasso tecnico del reparto offensivo. Inzaghi naviga nell’abbondanza e si gode i suoi gioiellini. Che gli regalano il terzo posto in solitaria e nuove scelte: si è permesso, il mister piacentino, il lusso di lasciare in panchina Luis Alberto, nonostante l’assenza, pesante per qualunque altra squadra, del bomber principe, Ciro Immobile. Forse perché, in fondo, sa che può permetterselo: la “coperta corta” che, a sentire molti addetti ai lavori, avrebbe prima o poi tagliato giù le ambizioni biancocelesti si sta rivelando incredibilmente ricca. Tare giura che i due gioiellini portoghesi pescati in estate, Bruno Jordao e Pedro Neto, siano tasselli ulteriori di un mosaico finemente intarsiato. Intanto stappa, con mister e squadra un terzo posto d’annata. O meglio, gran riserva. Come Felipe e Nani. E qualcuno comincia a chiedersi se questa Lazio, sontuosa, non abbia il diritto sacrosanto di sognare davvero in grande e guardare ancora più in alto. Se queste sono le riserve, sembra mormorare Lazio-Udinese, cosa possono combinare davvero insieme ai titolari?