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Lazio, Felipe Anderson è tornato: e ora? Possibile l'addio a fine anno
GLI ESORDI - L’esplosione non è stata fulminea, ma senza dubbio abbagliante. Arrivato in Italia dal Santos nel luglio del 2013, dopo una prima stagione di ambientamento la classe di questo ragazzo brasiliano è deflagrata in una fredda serata emiliana, a Parma, dove trovò il primo gol in Serie A. Poi un crescendo, culminato con la finale di Coppa Italia persa ai supplementari contro la Juventus.
L’estate seguente il nome di Felipe fu accostato a quasi tutti i top club europei, ma fu il Manchester United la squadra più decisa: come rivelato a posteriori dallo stesso Anderson all’emittente carioca Sport TV, i Red Devils si fecero avanti arrivando a proporre alla Lazio 50 milioni. Offerta rifiutata, rispedita al mittente: Felipe vuole rimanere, vuole crescere ulteriormente in biancoceleste, e a Lotito non dispiace la prospettiva di un incasso maggiore anche se non immediato. Nelle annate successive però il rendimento cala, il giocatore sfolgorante, imprendibile, che aveva stregato mezza Europa scompare, o meglio regala solo fugaci apparizioni. Incostante, a volte fumoso, non più letale come prima.
2017 SFORTUNATO - Questa stagione inizia con un infortunio agli adduttori rimediato a luglio, che l’ha tenuto fermo fino a inizio dicembre. Senza di lui la Lazio di Inzaghi ha spiccato il volo, trovando nel 3-5-2 un assetto ideale, che esalta le qualità di Luis Alberto, Milinkovic Savic e Immobile.
Anderson torna in campo l’11 dicembre all’Olimpico contro il Torino, subentrando dopo la contestata espulsione di Immobile. Dopo quella partita ce ne sono state altre, ma in campionato è sempre partito dalla panchina. Sono solo due le presenze da titolare, entrambe in Coppa Italia, in partite di secondo piano. Mercoledi sera il ritorno dal primo minuto in Serie A, nel recupero contro l’Udinese, complice l’infortunio di Immobile. Il brasiliano ha risposto a modo suo: nel primo tempo ha preso le misure, nel secondo un gol e un assist per Nani.
SITUAZIONE ATTUALE: COME SI PUO' REINSERIRE TATTICAMENTE? - E ora? La seconda parte di stagione può essere decisiva, può rappresentare una svolta nella carriera dell’ex Santos.
Inzaghi ha trovato un sistema tattico che sembra perfetto così com’è, con Milinkovic mezzala con licenza di sfondamento, Leiva a proteggere ed impostare, Parolo perfetto nel dare equilibrio, Luis Alberto a rifinire alle spalle di Immobile. Come può inserire Felipe senza snaturare quella che, ad oggi, sembra una macchina perfetta?
Un’ipotesi è il 3-4-2-1, con Luis Alberto e Anderson alle spalle di Immobile, rinunciando a uno tra Parolo e Leiva. Rivederlo esterno destro nel centrocampo a 5, ruolo che spesso ha ricoperto l’anno scorso, sembra difficile. Altre soluzioni attuabili in tempi brevi non se ne vedono, ed inoltre in panchina scalpita anche Nani, non proprio un signor nessuno. Di sicuro le opportunità da subentrante ci saranno, e dovrà essere bravo lui a lasciare il segno non appena ne avrà occasione.
Ma si può lasciare fuori un giocatore così? Il rischio, neanche troppo celato, è rappresentato da un ulteriore crollo nella fiducia, un crollo che potrebbe essere definitivo. La Lazio è ovviamente conscia che Anderson è un patrimonio prezioso, che rischia di svalutarsi qualora fosse ancora relegato in panchina. La motivazione è forte, così come le potenzialità del giocatore: esterni come lui, in grado di saltare l’uomo anche da fermo, bravi a concludere, a rifinire l’azione, se ne trovano pochi. Sia in Italia sia in Europa.
QUALE FUTURO? - Le strade sono in fin dei conti due: riconquistare subito un ruolo centrale nello scacchiere di Inzaghi come detto è difficile, ma già creare dubbi al tecnico piacentino sarebbe importante. Quindi rilanciarsi in questi mesi aspettando la prossima estate, quando la Lazio potrebbe cedere alle milionarie offerte che già stanno arrivando per Milinkovic, restituendo così al brasiliano un ruolo da leader, oppure valorizzarsi il più possibile mirando poi ad una cessione.
L’ipotesi addio in estate può essere la molla giusta: una scossa, un cambiamento che potrebbe dare una sterzata alla sua carriera. Un giocatore come lui farebbe comodo a tante squadre.
Il Napoli, che da tempo cerca alternative sugli esterni, potrebbe trovare in Anderson il sostituto ideale di Callejon. O quantomeno un’alternativa perfetta con caratteristiche diverse, fondamentali per scardinare difese chiuse a riccio.
L’Inter, squadra alla quale non di rado ha fatto male, ha in Candreva un’ala si affidabile, ma spesso monocorde o comunque non decisiva e potrebbe mettere gli occhi sul campione olimpico. Lo stesso Milan, oltre Suso, non ha alternative di valore sugli esterni d'attacco. Queste le possibili mete italiane, ma nulla esclude che, qualora le prestazioni crescessero di livello, l’interesse in Europa su un profilo così internazionale tornerebbe ad essere forte.
I prossimi mesi possono rappresentare, devono rappresentare una svolta, la tanto agognata inversione di marcia che i tifosi si aspettano da anni. Perché Felipe Anderson rimane un potenziale fenomeno, ma il tempo per aspettarlo sta inesorabilmente finendo.