Lazio, dopo sei mesi di nuovo Cavanda
Sei mesi dopo, Cavanda si riprende la Lazio. Dalla semifinale di ritorno di Coppa Italia all'ultimo test amichevole del ritiro di Auronzo di Cadore, dalla Juventus allo Spezia, dal freddo di gennaio al caldo di luglio. Quella di ieri pomeriggio, andata in scena sotto le Tre Cime di Lavaredo, vale più di una sgambata di pre-campionato. I 30' disputati contro i liguri per il terzino belga-angolano hanno il valore simbolico di una rinascita. Da dissidente ed emarginato a 'titolare aggiunto' in aperta competizione con Konko: tutto grazie una semplice firma, un autografo fino al 2018 che ha archiviato malesseri intestini, polemiche a distanza ed ha restituito a Luis Pedro il campo, il lavoro con il gruppo di Petkovic, le partitelle a campo ridotto (con tanto di portieri, non è scontato per chi ha trascorso un inverno ed una primavera fuori rosa), le sfide che contano, quelle che ti rendono partecipe di un progetto tecnico a lunga scadenza. Cavanda è uscito dal tunnel, ha "patteggiato" con Lotito prima di rischiare di finire sulle cronache più per beghe legali che per gesti tecnici. "Sono tornato a lavorare con il resto dei miei compagni, sto faticando un po' a ritrovare la condizione, sembra tutto nuovo", ha ammesso all'indomani del prolungamento del contratto. Si riparte dalle 24 presenze collezionate nella scorsa stagione prima della rottura con la società, dalla voglia di riprendere la retta via: il tempo delle guerre è finito, ora inizia quello della consacrazione. Sulla fascia destra, ovviamente, non importante se da esterno basso in una linea a 4 di difesa o libero di proporsi con alle spalle 3 marcatori: particolari irrilevanti, oggi Cavanda è tornato a sorridere, a sfoggiare le sue "discutibili" treccine bionde sulla fascia. Malgrado le ruggini, il caso è chiuso: gongola Petkovic che ha trovato in casa il vice Konko; risparmia soldi Lotito che stava scandagliando il mercato alla ricerca di un altro esterno. La soluzione era a portata di mano, bastava solo afferrarla.