Sono passati dieci anni da quel trionfo. Il 14 maggio del 2000 la Lazio ha festeggiato il secondo scudetto della sua storia. E l’ha conquistato nel modo più inaspettato e romanzesco, sorpassando la Juventus di Carlo Ancelotti e Luciano Moggi nell’ultima giornata di campionato. Un finale dalla trama sorprendente, con i bianconeri che crollano in trasferta contro il Perugia di Carletto Mazzone (1-0, gol di Alessandro Calori) sotto una pioggia da diluvio universale, fra polemiche e tensioni per la decisione dell’arbitro Pierluigi Collina di non sospendere definitivamente la partita durante l’intervallo.
L'ABBRACCIO DELL'OLIMPICO - Dieci anni fa, come oggi, l’abbraccio dell’Olimpico, al termine di una rimonta strepitosa: il 19 marzo, a otto giornate dalla fine del campionato, dopo la sconfitta (1-0) con il Verona di Cesare Prandelli e Adrian Mutu, la Lazio aveva nove punti di distacco dalla Juventus. I giochi sembravano decisi. Poi il capolavoro di Sven Goran Eriksson: sette vittorie e un pareggio a Firenze per superare i bianconeri, battuti anche nello scontro diretto a Torino con un gol di Diego Simeone. Lazio prima con 72 punti, Juventus seconda a quota 71.
DA MAESTRELLI A ERIKSSON - Dal miracolo di Tommaso Maestrelli e Umberto Lenzini, nel 1974, allo scudetto del 2000, con lo svedese Eriksson in panchina e Sergio Cragnotti presidente. Una squadra che ha lasciato un segno nella storia biancoceleste: Marchegiani in porta, Negro sulla fascia destra, Nesta e Mihajlovic al centro della difesa, Pancaro sulla sinistra. A centrocampo due esterni come Sergio Conceiçao e Nedved. Simeone nel ruolo di mediano. Veron a inventare colpi geniali. In attacco, Salas con Mancini. Uno scudetto firmato anche da Favalli, Almeyda, Sensini, Simone Inzaghi, Boksic, Stankovic, Fernando Couto, Ballotta, Ravanelli, Lombardo e Gottardi.
GIORNATA STORICA - Che giorno, quel 14 maggio del 2000. La Lazio che travolge (3-0) la Reggina e aspetta notizie dal Curi. I giocatori e i tifosi ascoltano la radiocronaca di Perugia-Juve attraverso gli altoparlanti dello stadio Olimpico. Nesta è a casa per squalifica. E si presenta negli spogliatoi per seguire i minuti finali con i suoi compagni e la gente laziale. L’ansia, il batticuore, il sogno, il triplice fischio di Collina a Perugia, l’esplosione di gioia, Veron e Almeyda che cantano in tribuna d’onore con Cragnotti, il popolo biancoceleste sul prato dell’Olimpico. E poi le feste in piazza, i clacson, le bandiere, i tuffi nelle fontane. E di notte, al Circo Massimo, l’apoteosi con la squadra che sfila in pullman fra i suoi tifosi. Quattro giorni più tardi, ecco la Coppa Italia contro l’Inter di Marcello Lippi e Christian Vieri. Terza magia di un fantastico anno sportivo per la Lazio, cominciato il 27 agosto del 1999 a Montecarlo con la conquista della Supercoppa Europea contro il Manchester United di Ferguson e Beckham: 1-0, gol di Salas.
LA ROSA - Questa la rosa della Lazio campione d’Italia
Portieri:
Luca Marchegiani (28 presenze)
Marco Ballotta (9 presenze)
Difensori:
Alessandro Nesta (28 presenze)
Giuseppe Pancaro (28 presenze e 3 gol)
Sinisa Mihajlovic (26 presenze e 6 gol)
Paolo Negro (26 presenze e 2 gol)
Nestor Sensini (23 presenze e 1 gol)
Giuseppe Favalli (18 presenze)
Fernando Couto (14 presenze)
Guerino Gottardi (5 presenze)
Centrocampisti:
Juan Sebastian Veron (31 presenze e 8 gol)
Sergio Conceiçao (30 presenze e 2 gol)
Pavel Nedved (28 presenze e 5 gol)
Diego Simeone (28 presenze e 5 gol)
Matias Almeyda (19 presenze e 1 gol)
Dejan Stankovic (16 presenze e 3 gol)
Attilio Lombardo (10 presenze e 1 gol)
Attaccanti:
Marcelo Salas
(28 presenze e 12 gol)
Simone Inzaghi (22 presenze e 7 gol)
Roberto Mancini (20 presenze)
Alen Boksic (19 presenze e 4 gol)
Fabrizio Ravanelli (16 presenze e 2 gol)
Kennet Andersson (2 presenze)
Allenatore: Sven Goran Eriksson
Presidente: Sergio Cragnotti