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    Lazio-Cavanda: segnali di disgelo

    Lazio-Cavanda: segnali di disgelo

    • M. A.

    E se ci fosse pure Luis Pedro Cavanda nella nuova Lazio che sta nascendo? Ciò che fino a neanche una settimana fa sembrava impossibile, nelle ultime ore è diventato una prospettiva praticabile. Difficile, ma non più impossibile: Cavanda - come riportato sulle pagine romane della Gazzetta Sportive - può tornare a far parte a pieno titolo della Lazio. Non più separato in casa in attesa di collocazione e col rischio di vivere un’altra stagione da incubo nel caso in cui non venga ceduto. Non più giocatore sull’orlo di una crisi di nervi e pronto anche ad adire le vie legali pur di risolvere la sua situazione. Ma — di nuovo — elemento centrale di un organico che si accinge ad affrontare un’annata difficile ed affascinante.

    Ipotesi reintegro 

    Presto per dire che le cose possano effettivamente andare così. Ma una cosa è certa. Tra Lazio e Cavanda, dopo mesi di muro contro muro, è in atto un disgelo che può essere l’anticamera di una riconciliazione. L’arrivo in ritiro — venerdì scorso — del laterale belga-angolano non era dunque una mossa della società per evitare cause. Era (è) una mano tesa ad un giocatore sul cui valore tecnico nessuno ha mai dubitato all’interno del club, ai margini del quale Cavanda era invece finito per questioni che con l’aspetto agonistico non avevano nulla a che fare. Dopo la rottura delle trattative per il rinnovo contrattuale lo scorso febbraio, era stato di fatto messo fuori rosa. Ora è di nuovo in squadra. Ad Auronzo si allena da tre giorni con i compagni e non è escluso che nelle prossime amichevoli possa pure essere utilizzato (per ora non è ancora in condizione).

    Fiducia 

    Nel frattempo tra lui e la società si è riaperto il dialogo. Il viaggio verso Auronzo, Cavanda l’ha fatto in compagnia del d.s. Tare. È stata l’occasione per riannodare i fili di un rapporto che si era deteriorato. Il dialogo è poi continuato sotto le Tre Cime di Lavaredo nei giorni successivi. La società ha teso una mano al giocatore, Cavanda ha fatto altrettanto. Il problema, adesso, è rimettere insieme i cocci anche con il procuratore del giocatore, Ulisse Savini, con cui la guerra fredda è tuttora in atto. È il tassello che ancora manca perché la vicenda si chiuda positivamente. Il presidente Claudio Lotito pare comunque fiducioso: «Si dice che l’aria di montagna chiarisca le idee e aiuti a prendere le decisioni migliori. Speriamo sia anche il caso di questa vicenda». (s.cie.)


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