Lazio, batterie a terra:| Gonzalez il più stanco
Raccontano da Formello che alla fine degli allenamenti di lunedì e martedì, Gonzalez sia uscito dal campo affaticato, distrutto, quasi si trascinava le gambe verso lo spogliatoio. Insomma, non ce la faceva più. È lui il simbolo di una Lazio con le batterie a terra, anche se non è l'unico a soffrire lo sforzo fisico di questi mesi intensi. I biancoceleste non sono scoppiati, sia chiaro, e hanno ancora benzina per macinare chilometri, ma alcuni elementi sono già 'spompati'. Probabilmente il problema non va ricercato nella preparazione atletica. È l'intensità degli appuntamenti ufficiali ad aver sfiancato i ragazzi. Lo stesso Petkovic, più volte, ha fatto notare come a causa delle sfide ufficiali non ha mai il tempo per sperimentare diverse tipologie di formazione.
L'uruguaiano Gonzalez è sicuramente il capitano degli sfiancati. Il calo è arrivato dopo la chiamata in Nazionale. Migliaia di chilometri dall'altra parte del mondo nella seconda settimana di ottobre, la prestazione con l'Uruguay e l'aereo di ritorno per Roma, dopo due giorni la partitissima con il Milan. Lui non ha mai mollato, anche se qualche accenno si stanchezza lo dava, poi il viaggio in Grecia per la partita contro il Panathinaikos, andata e ritorno nella Capitale per poi ripartire verso Firenze e, infine, la sfida dell'altro ieri con il Torino in casa. All'Olimpico è apparso evidente che Gonzalez ha bisogno di riposo. Subito. Quasi nelle sue condizioni c'è Miro Klose, impegnato a dare sempre il massimo sia con la Nazionale sia con i biancocelesti. Il tedesco non molla mai un centimetro ed è sempre decisivo per la formazione di Petkovic. Ma, anche se ha riposato più di altri, porta sulle spalle quasi 35 anni, e rischia di essere meno lucido con troppi impegni da affrontare. Anche Dias e Biava, 34 e 35 anni, che finora hanno tenuto in piedi la difesa laziale, iniziano a perdere qualche colpo. Nessun errore difensivo ma osservandoli sembra evidente che accusino il fitto calendario di impegni.
Petkovic finora ha dato pochissimo spazio al turn-over. Quando lo ha fatto era costretto, ma ora dovrà prendersi la responsabilità di riuscire a dosare le energie a disposizione. Certo, la panchina non è la più lunga della serie A e, probabilmente, tentenna nell'attuare un fluido ricambio in cambio perché l'11 titolare non ha sostituti qualitativamente degni. Tanto più che i pochi elementi veramente in grado di fargli cambiare idea sono indisponibili o danzanti tra un infortunio e un altro. Ederson, uno che contro il Torino avrebbe dato quella qualità in più per vincere, si vede più in Paideia che a Formello. Radu e Brocchi stanno rientrando ora da un lungo periodo di stop e devono rientrare in forma campionato. Senza contare i casi quantomeno anomali di Diakité e Matuzalem, oggi Petkovic si gira in panchina ed è in difficoltà se deve scegliere i giusti ricambi con la sua Lazio. Ma ormai è arrivato il momento di scegliere. Mezza squadra ha le batterie a terra.
(Il Tempo)