È carico: «Sono pronto per il derby». Felipe Anderson ha appena messo piede sul suolo romano e già ha capito come funziona. «Non mi dovete spiegare niente sulla partita contro la Roma, so già tutto e non vedo l’ora di giocarla». Detto a caldo, nemmeno il tempo di salutare con un cenno della mano e con il classico «forza Lazio» il manipolo di laziali giunti all’aeroporto con tanto di «10» biancoceleste da farsi siglare. Le prime parole da laziale - come riporta nelle pagine romane in Corriere della Sera - il brasiliano le pronuncia nella macchina usata dalla società per prelevarlo a Fiumicino, poco dopo le sette di ieri mattina, e portarlo prima a Formello per conoscere Petkovic e poi alla clinica Paideia per le visite mediche. «Sono molto felice ed emozionato, quando si comincia?», dice Felipe, ci pensa l’adrenalina a compensare i postumi del jet-leg. Il rito delle visite, il contatto con Mauri, Lulic, Radu e gli altri che ieri hanno sono transitati in clinica, mentre a Formello «Petko» inaugurava la stagione con un discorso al gruppo riunito per pranzo: ormai l’era laziale del brasiliano è avviata. Anche perché sull’aereo con Anderson c’era André Dias, uno dei «senatori» che gli ha spiegato che cosa aspettarsi dall’avventura biancoceleste. «Ci siamo fatti una bella chiacchierata – ha detto Dias allo sbarco -. È un po’ intimorito, ma è normale. Lo ero anche io al primo anno in Italia. È giovane e molto carico, Arriva in una squadra forte, per lui è una sfida, speriamo faccia bene». Un aiuto glielo potrà dare lui stesso: Dias doveva andare via dalla Lazio, ma ha deciso di restare su pressione famigliare. È il fascino di Roma: «Qui sono felice e lo è anche la mia famiglia – ha spiegato il difensore – Ho avuto delle proposte ma ho preferito restare, me lo ha chiesto mio figlio. Sono contento che il presidente Lotito abbia preso nuovi giocatori. Speriamo ci aiutino a fare il salto di qualità per arrivare finalmente alla Champions».