Lazio a Norcia: più stimoli o più tensioni?
Ritiro sì, ritiro no. La Lazio è partita ieri alla volta di Norcia per preparare la sfida contro la Roma in finale di Coppa Italia. Né Petkovic né la squadra hanno accettato con entusiasmo la partenza per la cittadina umbra, decisa al termine della gara contro il Cagliari a Trieste in un momento di ira del presidente Lotito. Una punizione che si è trasformata in un 'guardiamoci negli occhi e carichiamoci'. Già nel 2009 con Delio Rossi e nel 2010 con Reja la Lazio aveva raggiunto Norcia, e il viaggio aveva portato bene: vittoria al derby e poi in Coppa Italia con il primo allenatore, salvezza con il goriziano.
Come in ogni situazione, ci sono i pro e i contro. Un aspetto positivo, uno dei pochi a dire il vero, è la ricerca di isolarsi, di allontanarsi dalle tensioni di una città che da tempo pensa solo a questo evento, e liberarsi da ogni tipo di tentazione. Le note negative sono invece di più: la prima è la forzatura. Non essendo una scelta condivisa, potrebbe creare malumori; ma a questo non vogliamo nemmeno pensare, vista l'importanza della gara. Il fatto di non allenarsi sul proprio campo, nella propria struttura, e di non avere a disposizioni alcuni macchinari che potrebbero essere utili, può inoltre incidere. E l'isolamento potrebbe far aumentare l'ansia: mogli, figli e amici invece potrebbero far allentare la tensione dei giocatori. Infine girare per la città, con la possibilità di incontrare i tifosi vis-à-vis, avrebbe potuto far scattare una molla importante...