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Lautaro show, valanga Inter sulla Salernitana: ma per lo scudetto Inzaghi deve vincerle tutte, anche con la Juve
Di più, da una squadra che non vinceva da oltre un mese e che era data in crisi atletica e di gioco, non ci si poteva aspettare. A maggior ragione se i tre punti valgono di nuovo la testa della classifica, uno avanti a Napoli e Milan, che domenica sera se la vedranno nello scontro diretto al Maradona. E’ tornata l’Inter di prima del derby? E’ ancora la squadra favorita per il titolo?
Ovviamente, per dare una risposta, serviranno avversari di maggiore spessore rispetto alla Salernitana anche se vale ricordare che la squadra di Nicola aveva saputo fermare il Milan in casa propria. Tuttavia a San Siro (4-4-2 molto passivo) è apparsa fragile e rinunciataria tranne che all’inizio, quando Verdi, dopo appena tre minuti, ha avuto l’occasione per portarla in vantaggio e, invece, di sinistro, ancorché tutto solo, ha mandato alto.
L’Inter, che domenica affronterà il Torino in trasferta, ha in teoria il calendario migliore rispetto alle altre due contendenti, avendo affrontato tutti gli scontri diretti e/o insidiosi. Le resta lo scoglio Juve, anch’esso in trasferta, ma se saprà mantenere il ritmo che ha avuto con le medio-piccole (eccezion fatta per la caduta interna con il Sassuolo e per il pari di Genova, sponda rossoblù) il titolo non dovrebbe sfuggirle, considerato anche che deve recuperare una partita a Bologna.
Eppure - chi mi legge, lo sa - io continuo a preferire il Napoli che il momento difficile lo ha avuto nel mese di gennaio e che adesso ha tutto l’organico a disposizione. Del resto quando la differenza tra i primi e i secondi è di uno/due punti al massimo si può seguire solo l’intuito, non certo la razionalità.
Il successo dell’Inter sulla Salernitana chiarisce però che Simone Inzaghi ha la squadra in mano, che le scorie per le sconfitte o le mancate vittorie stanno per essere eliminate, che la consapevolezza di essere un gruppo forte è tornata.
Gli occhi di tutti - va da sé - erano puntati ancora una volta su Lautaro Martinez che non segnava (su rigore) dalla finale di Supercoppa contro la Juve. Dopo un colpo di testa (parato) e una traversa, l’argentino si è sciolto realizzando tre gol molto belli.
Il suo ritorno è coinciso con quello di Barella, un altro desaparecido dell’ultimo periodo. L’ex cagliaritano non solo ha fornito tre assist al compagno (il primo per il tiro finito contro la traversa e nei due gol), ma ha anche innescato Dumfries in occasione della prima rete di Dzeko.
Barella, dunque, pur non prendendosi la scena che, per prassi, spetta ai due plurimarcatori, è stato tra i migliori in campo sia per l’intensità che ha dato nelle varie fasi di gioco, sia per le invenzioni in occasioni dei gol. Meglio addirittura di Brozovic, ancora un po’ affaticato, uscito a venti minuti dalla fine, forse in vista di Liverpool, forse per non spremerlo oltre.
E dire che la serata non era cominciata bene, a causa dell’infortunio di Perisic, costretto a rinunciare alla gara, in ragione di un leggero problema muscolare. Al suo posto Darmian che, invece, ha servito presto (9’) un assist a Lautaro (testa) parato centralmente da Sepe. Annunciato da una mezza occasione per Dzeko (cross di Dumfries) e dalla traversa di Lautaro ( 21’), il gol scaccia crisi per l’argentino (e per l’Inter) è arrivato al 22’: taglio perfetto e assist di Barella.
Sempre sollecitato da Barella, Lautaro ha mancato la palla del raddoppio (25’), poi (26’), servito da Dzeko, ha chiamato il portiere salernitano Sepe alla deviazione sul primo palo.
Ci voleva, dunque, un’altra combinazione tra Barella, appostato sulla trequarti, e Lautaro, scattato con grande tempismo, per regalare all’Inter il secondo gol (39’).
Con un bilancio di sei tiri nello specchio (compresi i due gol) e una traversa, l’Inter è andata al riposo del tutto sollevata. Ma il sollievo è diventato entusiasmo quando Lautaro (55’) ha anticipato Dragusin, mettendo sotto la traversa, un suggerimento di Dzeko.
A quel punto, dopo una girandola di cambi (dentro Zortea e Perotti nella Salernitana, Ranocchia, Gosens e Vidal nell’Inter), anche il centravanti nerazzurro è andato a rivendicare le sue qualità di bomber. Così, al 64’, ha segnato su cross di Gosens (primo assist con la nuova maglia) e cinque minuti più tardi (69’) ha messo il quinto sigillo su bellissima imbeccata di Dumfries.
Ci sarebbe stata gloria anche per Correa (dal 75’ al posto di Dzeko) e Gosens se due volte Sepe e una leggera imprecisione dell’attaccante non avessero evitato un passivo pesantissimo alla Salernitana. Vittoria fulgida e orizzonte spianato. Ma per conquistare lo scudetto, l’Inter deve vincere sempre. Compreso con la Juve. Perché da dietro la braccano. E sono due.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Inter-Salernitana 5-0
Marcatori: 22’ 40’ 11’ s.t. Lautaro, 19’ s.t.24’ s.t. Dzeko
Assist: 22’ Barella, 40’ Barella, 11’ s.t. Dzeko, 19’ s.t. Gosens, 24’ s.t. Dumfries)
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, de Vrij (dal 17’ s.t. Ranocchia), Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic (dal 26’ s.t. Gagliardini), Calhanoglu (dal 17’ s.t. Vidal), Darmian (dal 17’ s.t. Gosens); Dzeko (dal 29’ s.t. Correa), Lautaro.
Salernitana (4-2-3-1): Sepe; Mazzocchi (dal 26’ s.t. Obi), Dragusin, Fazio, Ranieri; Coulibaly, Ederson (dal 26’ s.t. Radovanovic); Mousset (dal 15’ s.t. Perotti), Kastanos (dal 38’ s.t. Ruggeri), Verdi (dal 15’ s.t. Zortea); Djuric.
Ammoniti: Mousset (S), Darmian, de Vrij
Arbitro: Livio Marinelli (della Sezione di Tivoli).