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    L'artista Zirkzee si trasforma: il primo gol brutto lo proietta in una nuova dimensione

    L'artista Zirkzee si trasforma: il primo gol brutto lo proietta in una nuova dimensione

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Il gesto di questa settimana è il gol di Joshua Zirkzee, la stella più luminosa della squadra rivelazione del campionato, il Bologna. Ma non ci riferiamo al gol bello, il secondo, realizzato sfruttando una indecisione difensiva, affrontando il portiere a testa alta  scartandolo con una finta e appoggiando (non era poi nemmeno così semplice) il pallone in rete. Questo è un gol in puro stile Zirkzee. Il gesto che merita la copertina stavolta è il gol - per così dire - brutto, il primo, segnato con un tap in, riprendendo da pochi passi e a porta spalancata una corta respinta del portiere della Salernitana.

    Un gol come tanti, un gol che avrebbero segnato tutti. La premessa è : Zirkzee segna solo gol belli. E non potrebbe essere altrimenti. L'olandese (22 anni) che ha trascinato il Bologna al quarto posto con vista Champions (domenica al Dall'Ara c'è lo scontro diretto con la Roma) e che è cresciuto nel Bayern Monaco con l'etichetta del predestinato (non è un caso che il club bavarese abbia mantenuto un'opzione di 40 milioni per riprenderlo), suda qualità da ogni poro della pelle. Gioca con una disinvoltura rara, con una eleganza antica, con una padronanza dei propri mezzi che fa pensare davvero ad un fenomeno. Ma Zirkzee non lo è. Non ancora, almeno.

    Di lui da qualche tempo si dice che gioca talmente bene da non diversi preoccupare di quei gesti minimi e talvolta rozzi e banali che invece fanno grande un calciatore, si aggiunge - pesando e lo status - che in area di rigore avversaria gli manca la ferocia, quell'istinto che distingue un buon giocatore da un cannoniere implacabile. Il primo gol segnato a Salerno sta lì a di mostrarci che forse una trasformazione è in atto. Andate a rivedere i sette gol segnati finora dal 9 e mezzo più interessante di questo campionato. Uno più bello dell'altro, per come vengono pensati, per la postura richiesta, per la scelta del tocco, per la bellezza - infine - della pennellata. Un artista, questo è Zirkzee. Come ce ne sono davvero pochi in una Serie A così mediocre da un punto di vista qualitativo. Ecco perché il tap in segnato da due passi e nel più facile dei modi è un gol banale ma definitivo. L'avrebbero segnato tutti, ma stavolta l'ha segnato lui. È un gesto, quello di farsi trovare là, in agguato, pronto a sfruttare non tanto a creare, che fino all'altro ieri non apparteneva al repertorio di Zirkzee, semplicemente era fuori dal suo catalogo. Aver segnato un gol così segna un nuovo inizio e spalanca nuovi orizzonti per uno dei pochi giocatori del campionato che con lo strumento del loro lavoro - il pallone - hanno un rapporto di grandissima confidenza.

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