
Lamine Yamal sempre più sulle orme di Leo: il Barcellona si costruisce il nuovo Messi
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Il paragone è azzardato, è vero, e lo sarà sempre e comunque per qualunque calciatore accostato ad una semi-divinità come Leo Messi. Ma non si può rimanere indifferenti di fronte ad un talento che, in un ragazzo di appena 17 (più 7 mesi e 26 giorni) anni come Lamine Yamal, sembra sempre più il classico dono riservato a pochi eletti in questo sport. I numeri, aggiornati dalla prestazione fantascientifica contro il Benfica nel secondo atto degli ottavi di finale di Champions League, ci dicono di loro che siamo ben oltre la normalità, ma al tempo stesso la prudenza invita a ricordare che a Barcellona ne sono passati – anche recentemente – di giocatori che molto promettevano e che poi non sono stati in grado di mantenere, per molteplici motivi. L'ultimo, Ansu Fati.
Eppure, con l'assist (al termine della solita irresistibile azione personale) per il primo gol di Raphinha e l'assolo concluso da un sinistro imparabile per il momentaneo 2-0, il campioncino spagnolo è diventato il più giovane nella storia della Champions League a contribuire così a due reti nel corso della stessa gara ad eliminazione diretta. Niente male per uno che, non ancora maggiorenne, nelle 9 partite disputate in questa edizione ha segnato 3 goal, fornito altrettanti passaggi decisivi, creato 10 opportunità da rete e completato 56 dribbling. I gol complessivi in stagione sono 12 (più 17 assist), per qualcuno pochi se si considera che è andato a bersaglio in tutte le competizioni a cui ha preso parte con la sua squadra (Liga, Coppa del Re, Supercoppa di Spagna e Champions) e che gioca in un Barcellona che costruisce un'infinità di opportunità. Ma c'è sempre un dato da tenere presente e da non dimenticare mai: Lamine Yamal è un 2007, non ha ancora 18 anni e a quell'età soltanto un altro giocatore, in epoca recente, dava quella stessa sensazione di onnipotenza calcistica. Sì, parliamo proprio di Messi.

Nell'Europeo della scorsa estate, è stato insieme a Nico Williams uno degli elementi in grado di permettere alla macchina perfetta costruita dal ct della Spagna De La Fuente di elevarsi sopra tutti gli altri; questa edizione di Champions League lo sta portando ad un livello di maturità e consapevolezza ancora più grandi. Quando punta il suo diretto avversario o accelera da quella fascia destra, dalla quale sui campetti della Masìa prima e al Camp Nou poi si sono viste fare per parecchi anni cose da marziani, si ha sempre la sensazione che qualcosa di magico possa accadere. Si tratta di attimi, di percezioni ed è da qualche tempo – dal giorno in cui l'impossibile è divenuto realtà, l'addio di Leo Messi a casa sua – che non si avvertiva niente di tutto questo. Il Barcellona lancia ufficialmente la sua candidatura per dominare in Spagna ed in Europa: col nuovo crack del calcio mondiale, niente è precluso.
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Eppure, con l'assist (al termine della solita irresistibile azione personale) per il primo gol di Raphinha e l'assolo concluso da un sinistro imparabile per il momentaneo 2-0, il campioncino spagnolo è diventato il più giovane nella storia della Champions League a contribuire così a due reti nel corso della stessa gara ad eliminazione diretta. Niente male per uno che, non ancora maggiorenne, nelle 9 partite disputate in questa edizione ha segnato 3 goal, fornito altrettanti passaggi decisivi, creato 10 opportunità da rete e completato 56 dribbling. I gol complessivi in stagione sono 12 (più 17 assist), per qualcuno pochi se si considera che è andato a bersaglio in tutte le competizioni a cui ha preso parte con la sua squadra (Liga, Coppa del Re, Supercoppa di Spagna e Champions) e che gioca in un Barcellona che costruisce un'infinità di opportunità. Ma c'è sempre un dato da tenere presente e da non dimenticare mai: Lamine Yamal è un 2007, non ha ancora 18 anni e a quell'età soltanto un altro giocatore, in epoca recente, dava quella stessa sensazione di onnipotenza calcistica. Sì, parliamo proprio di Messi.

Nell'Europeo della scorsa estate, è stato insieme a Nico Williams uno degli elementi in grado di permettere alla macchina perfetta costruita dal ct della Spagna De La Fuente di elevarsi sopra tutti gli altri; questa edizione di Champions League lo sta portando ad un livello di maturità e consapevolezza ancora più grandi. Quando punta il suo diretto avversario o accelera da quella fascia destra, dalla quale sui campetti della Masìa prima e al Camp Nou poi si sono viste fare per parecchi anni cose da marziani, si ha sempre la sensazione che qualcosa di magico possa accadere. Si tratta di attimi, di percezioni ed è da qualche tempo – dal giorno in cui l'impossibile è divenuto realtà, l'addio di Leo Messi a casa sua – che non si avvertiva niente di tutto questo. Il Barcellona lancia ufficialmente la sua candidatura per dominare in Spagna ed in Europa: col nuovo crack del calcio mondiale, niente è precluso.
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Fare paragoni è ancora presto..ma se continua così con la testa giusta..abbiamo il fenomeno dei P...