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La Uefa taglia Youth League ed Europei U19, cancellate le chance di centinaia di ragazzi. Persi due anni, chi li protegge?
DUE ANNI PERSI - Si tratta dei calciatori nati fra il 2000 e il 2002 che, per colpa del Covid, prima si sono visti amputare lo scorso marzo una stagione, quella 2019/20, mai ripartita dopo lo stop legato alla pandemia e ora, in una stagione iniziata, poi fermata e di nuovo ripartita fra mille incognite, vede lo stop di quei momenti fondamentali per arricchire il proprio bagaglio tecnico e culturale. Sì perché prima ancora che nel nostro campionato, dove il livello si è lentamente e faticosamente alzato, per i nostri ragazzi la Youth League, i fallimenti e le scoppole prese da formazioni e compagni più pronti e formati, ma anche il confronto nei tornei giovanili con le nazionali, sono i momenti formativi più alti a disposizione di questi ragazzi. L'unica chance di un confronto fra realtà differenti, una sorta di primo test di ambientamento a quello che potrebbe essere il salto nel mondo dei grandi con fallimenti e problematiche più ampie rispetto al mondo costruito attorno a loro in Primavera.
CHI LI PROTEGGE? - Centinaia di ragazzi che sognano di diventare grandi calciatori o futuri campioni oggi più che mai vanno aiutati e tutelati. Sia chiaro, non siamo contro la sospensione di questi tornei, la salute come sempre viene prima di tutto e un'organizzazione che non può minimamente essere paragonata a quella della Serie A o della Serie B (anche se le maglie che questi ragazzi indossano sono le stesse) anche e soprattutto per infrastrutture che non sono all'altezza, difficilmente avrebbe garantito protocolli in piena sicurezza. Quello che però deve essere chiaro è che quei momenti a questi ragazzi non saranno più ridati rendendo sempre più arduo l'inserimento nel mondo dei professionisti. Chi proteggerà questi talenti? Chi avrà la sapienza e la responsabilità nell'aspettarli? È questo l'interrogativo più grande di cui la Uefa e la FIGC si dovrebbero fare carico.