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La triste parabola del talento Sartor: strapagato dalla Juve a 16 anni, bruciato per un autogol, ora la droga
Trent’anni dopo, Gigi Sartor è stato arrestato: lo hanno trovato in una serra dove coltivava 106 piante di marijuana. E’ la conclusione di una parabola triste, cominciata con un trasferimento da record: quando la Juve versò al Padova un miliardo di vecchie lire per comprarlo, nessun minorenne era mai stato pagato tanto. Ma non aveva la forza per resistere a un impatto del genere e si squagliò presto. La sua carriera in bianconero cominciò e terminò lo stesso giorno, il 6 dicembre del ’92, a Firenze. Trapattoni era in emergenza, aveva bisogno di un difensore e buttò dentro quel ragazzino ormai quasi diciottenne, che pareva destinato a diventare un campione. Ne combinò di tutte, spianando la strada agli avversari con una miriade di errori e un autogol. Non avrebbe mai più giocato nemmeno un minuto in campionato con la maglia bianconera.
Eppure il calciatore c’era, eccome se c’era. Fece parte di altre grandi squadre: l’Inter, il super Parma, la Roma. Ma non riusciva a gestire le emozioni, le pressioni, le responsabilità. Recuperava considerazione e poi precipitava, un alto e un basso, sempre più basso. Dal titolo europeo Under 21 con la squadra di Nesta, Totti e Cannavaro a due apparizioni in nazionale, in mezzo tante stagioni buttate. E, dopo avere smesso di giocare, una vita complicata: il coinvolgimento nel calcioscommesse, dieci anni fa, e poi le accuse per maltrattamenti da parte dell’ex compagna.
A ogni disavventura di Sartor ci tornano in mente quei suoi occhi mai fermi, quel suo sguardo sempre vivo e vigile, curioso e frenetico. Come se dovesse proteggersi ogni volta da qualcosa o da qualcuno. Forse da se stesso.
@steagresti