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    La triste parabola del talento Sartor: strapagato dalla Juve a 16 anni, bruciato per un autogol, ora la droga

    La triste parabola del talento Sartor: strapagato dalla Juve a 16 anni, bruciato per un autogol, ora la droga

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Gli dissero: leggi il giornale, c’è scritto che ti ha comprato la Juve. Passò in rassegna tutte le pagine dedicate al calciomercato, non riuscì a trovare nemmeno una riga. Qui non c’è niente, io non ci sono, esclamò con la freschezza e la timidezza dei suoi 16 anni. Lo rimproverarono: stai guardando nel posto sbagliato, lì ci sono le trattative minori, alza lo sguardo. Lo alzò ed ebbe un sobbalzo. Il titolone della pagina recitava più o meno così: gran colpo della Juve, preso il talento Sartor. Si spaventò.

    Trent’anni dopo, Gigi Sartor è stato arrestato: lo hanno trovato in una serra dove coltivava 106 piante di marijuana. E’ la conclusione di una parabola triste, cominciata con un trasferimento da record: quando la Juve versò al Padova un miliardo di vecchie lire per comprarlo, nessun minorenne era mai stato pagato tanto. Ma non aveva la forza per resistere a un impatto del genere e si squagliò presto. La sua carriera in bianconero cominciò e terminò lo stesso giorno, il 6 dicembre del ’92, a Firenze. Trapattoni era in emergenza, aveva bisogno di un difensore e buttò dentro quel ragazzino ormai quasi diciottenne, che pareva destinato a diventare un campione. Ne combinò di tutte, spianando la strada agli avversari con una miriade di errori e un autogol. Non avrebbe mai più giocato nemmeno un minuto in campionato con la maglia bianconera.

    Eppure il calciatore c’era, eccome se c’era. Fece parte di altre grandi squadre: l’Inter, il super Parma, la Roma. Ma non riusciva a gestire le emozioni, le pressioni, le responsabilità. Recuperava considerazione e poi precipitava, un alto e un basso, sempre più basso. Dal titolo europeo Under 21 con la squadra di Nesta, Totti e Cannavaro a due apparizioni in nazionale, in mezzo tante stagioni buttate. E, dopo avere smesso di giocare, una vita complicata: il coinvolgimento nel calcioscommesse, dieci anni fa, e poi le accuse per maltrattamenti da parte dell’ex compagna.

    A ogni disavventura di Sartor ci tornano in mente quei suoi occhi mai fermi, quel suo sguardo sempre vivo e vigile, curioso e frenetico. Come se dovesse proteggersi ogni volta da qualcosa o da qualcuno. Forse da se stesso.

    @steagresti

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