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La terza vita di Elia, da meteora alla Juve fino al Southampton: subito doppietta
UN TALENTO MAI SBOCCIATO - La carriera di Elia può essere suddivisa in due parti: la prima, in cui il giocatore è stato considerato una delle più grandi promesse del calcio olandese e la seconda, in cui, invece, ha faticato nel dimostrarsi all'altezza delle aspettative, cercando sempre un nuovo trampolino di lancio. Cresciuto nel settore giovanile dell'ADO Den Haag, nel 2000 passa all'Ajax, dove però, dopo solo due anni, viene scartato, a causa di una corporatura ritenuta troppo esile. A dargli una seconda chance è sempre la formazione dei Zwanen, che lo riporta all'Aia, facendolo debuttare in prima squadra nel 2004. Dopo appena tre anni, però, complice un litigio con l'allenatore Lex Shoenmaker, Elia viene ceduto al Twente. In due stagioni con la squadra di Enschede ottiene prima un quarto posto, che vale una qualificazione per la Champions League, poi un secondo posto che lo consacra definitivamente al grande calcio. Una stagione impeccabile quella dell'esterno offensivo di Voorburg, che a fine stagione viene premiato come Talento olandese dell'anno. Nel 2009 è l'Amburgo a innamorarsi di lui, pagando circa 9 milioni di euro per portarlo in Bundesliga. Elia si dimostra presto all'altezza delle aspettative, mettendo in luce tutta la sua tecnica, la sua grande rapidità di movimento e le sue imprendibili progressioni sulla fascia. In due stagioni, con la maglia dei Rothosen, colleziona 52 presenze, mettendo a segno 7 reti. Nel frattempo, si guadagna anche la Nazionale maggiore, con la convocazione da parte del CT van Marwijk in occasione delle qualificazioni al Mondiale in Sudafrica del 2010. In estate, viene inserito tra i convocati per la manifestazione, senza però mai partire titolare.
L'ESPERIENZA ALLA JUVENTUS - Il 31 agosto 2011, nelle ultime ore di mercato, viene acquistato dalla Juventus per 9 milioni di euro (più un altro milione di bonus). Con i bianconeri, Elia fa il suo esordio alla quinta giornata di campionato, in occasione del pareggio per 1-1 tra Juventus e Catania. L'allenatore Antonio Conte, però, non si convince delle qualità del giocatore e comincia a relegarlo prima in panchina e poi in tribuna. Tra i due, secondo alcune voci, ci sarebbe stato più di uno scontro, culminato con le parole del giocatore, che, intervistato sulla sua esperienza a Torino, ha detto: "E’ stato il periodo peggiore della mia carriera. Non avevo mai vissuto un’esperienza simile. E' stato mortificante". L'esperienza italiana di Elia si concluderà con un misero bottino di cinque apparizioni, per un totale di 153 minuti giocati. Nonostante la vittoria dello Scudetto, la rottura tra le parti è inevitabile, così 10 luglio 2012 Elia viene ceduto al Werder Brema, per una cifra vicina ai 7 milioni di euro. Con il club biancoverde, in due stagioni, colleziona 66 presenze, mettendo a segno 4 reti. Anche in Bundesliga, però, il giocatore fa fatica ad esprimere a pieno il suo potenziale: prima viene messo fuori rosa per una bravata fatta con il compagno di squadra di allora Marko Arnautovic (i due sono stati fermati a bordo di una vettura, alle 3 di notte, dopo aver oltrepassato il limite di velocità di ben 52 km/h), poi, in occasione delle ultime partite del 2014, viene lasciato in tribuna per scelta tecnica.
LA RINASCITA CON I SAINTS - Al culmine di una carriera vissuta tra aspettative deluse e scarsa professionalità, all'età di 27 anni, per Elia si prospetta l'ennesima chance. Voluto fortemente dal suo connazionale Ronald Koeman, tecnico del Southampton, l'ala olandese ha dimostrato nelle prime uscite di essere tornato quello di un tempo. Prima l'esordio nella vittoria ottenuta contro il Manchester United, poi la doppietta realizzata contro il Newcastle, che ha permesso ai Saints di portare a casa i tre punti, consolidando il terzo posto in classifica. Una terza vita per Elia, che adesso è chiamato all'ennesima prova del nove: consacrarsi campione, riguadagnando la Nazionale, o restare per sempre una delle tante meteore passate anche dall'Italia.