La svolta improvvisa della Roma: si investe sui giovani e addio agli inutili prestiti, ma ancora non basta
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È la ricchezza delle operazioni a mostrare una nuova forza della società. Dopo i 23 milioni spesi per Le Fee (forse un po’ troppi), eccone, bonus inclusi, 6 per Dahl, 30 per Soulè e 30-35, se basteranno, per Dovbyk, 1.5 per Sangarè più lo svincolato Ryan. Fanno quasi 100 milioni di investimenti, come ai tempi della prima campagna acquisti della gestione Friedkin.
Segnali di forza che arrivano nella settimana in cui la Roma ha mostrato al sindaco (e al mondo) il disegno del nuovo stadio da costruire a Pietralata. Non può essere casuale che la svolta edizione estate 2024 segua un annuncio ancor più importante per il futuro giallorosso: i Friedkin si sono ritirati dalla trattativa per acquistare l’Everton. Rassicurazioni di facciata a parte, si stava paventando il rischio che l’impegno e il denaro dei texani si spostassero sul club inglese. E a quel punto sarebbe diventato davvero complesso gestire il precario equilibrio emotivo che ogni proprietà si trova ad affrontare nella Capitale.
A forza di studiare profili al computer, ragionare con l’attivissimo (anche al telefono) De Rossi sulle caratteristiche necessarie per migliorare la squadra, e inserirsi in svariate trattative di mercato, la Roma ha trovato una sua strada. Che mostra una filosofia opposta a quanto fatto nell’era mourinhana: adesso i Friedkin spendono per comprare giocatori, preferibilmente giovani e dall’ingaggio sostenibile. Basta prestiti di un anno, basta investimenti da instant team, il club sta finalmente mostrando un’idea di squadra futuribile, da costruire e modellare sul campo, anche dandosi il giusto tempo per farlo.
Tutto questo però non basta a fugare i dubbi sulla reale competitività della Roma ad alti livelli in campionato. Mancano un terzino destro titolare, almeno un centrale difensivo e un attaccante esterno che parte da sinistra. Perché Soulè è un acquisto giusto, però resta l’interrogativo sulla sua possibile convivenza tattica in campo con l’amico Dybala. Volendo si potrebbe migliorare anche il centrocampo, aggiungendo un po’ di muscoli che non guastano, ma per i ritocchi finali c’è tempo e intanto bisogna provare a vendere calciatori con pochissimo mercato. Vedi Karsdorp e Smalling.
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