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La Superlega africana è già un fiasco firmato da Infantino
Questo suo impegno per la manifestazione calcistica continentale d’élite è l’ennesimo passo falso del peggior presidente nella storia della Fifa. Ma il suo effetto potrebbe essere peggiore dei precedenti, poiché s’intravede l’incrinatura nei rapporti con l’Arabia Saudita.
CON QUANTA ENFASI - Col calendario bisogna tornare a un anno fa. Era il 10 agosto 2022 quando a Arusha, in Tanzania, è stata ufficialmente lanciata la nuova manifestazione per club durante l’assemblea generale della CAF (https://www.africanews.com/2022/08/10/african-football-body-caf-launches-24-club-super-league/). L’annuncio è stato dato da Patrice Motsepe, presidente CAF da poco più di un anno. E a distanza è arrivata la benedizione di Infantino, che della manifestazione è il vero ideatore e architetto.
I due sono molto affiatati. Motsepe è un imprenditore minerario sudafricano e proprietario dei Mamelodi Sundowns. È stato anche il primo africano nero a entrare nella lista dei miliardari stilata da Forbes. Attualmente occupa la posizione numero 1.104 al mondo e la numero 9 in Africa, con un patrimonio stimato in 2,4 miliardi di dollari (https://www.forbes.com/profile/patrice-motsepe/). È stato eletto nel 2021 a capo del calcio africano per volere del presidente Fifa, al termine di una corsa elettorale che aveva visto ritirarsi uno dopo l’altro i tre concorrenti: il senegalese Augustin Senghor, il mauritano Ahmad Yayha e l’ivoriano Jacques Anouma. Così il presidente Fifa ha vinto per la seconda volta nel giro di quattro anni la scommessa di piazzare un suo uomo a capo della confederazione africana.
Quattro anni prima era riuscito nell’impresa di piazzare alla presidenza CAF il malgascio Ahmad Ahmad, riuscendo a porre termine al regno del dinosauro Issa Hayatou. Purtroppo per Infantino, Ahmad ha fatto presto a essere travolto da uno scandalo di corruzione e già nel 2020 è stato squalificato dalla stessa Fifa per 5 anni (https://www.nytimes.com/2020/11/23/sports/soccer/fifa-africa-ahmad-ahmad.html).
Probabile che la scelta di mettere un miliardario alla guida del calcio africano sia dovuta anche al bisogno di evitare un altro presidente con la tentazione di fare manovre col denaro dell’associazione. Ma la scelta è stata comunque fortemente criticata, sia perché Motsepe è stato paracadutato sulla poltrona di capo del calcio africano senza avere nel curriculum la minima esperienza dirigenziale internazionale, sia perché da subito il magnate sudafricano è stato etichettato come una marionetta nelle mani di Infantino. Una rappresentazione delle cose che proprio la vicenda della Supercoppa africana per club è testimonianza.
Rispetto a questo dossier Motsepe ha operato al completo servizio di Infantino. Quando un anno fa ha presentato la manifestazione, ha messo sul piatto cifre mirabolanti. A disposizione delle 24 squadre partecipanti sarebbe stato messo a disposizione un montepremi da 100 milioni di dollari (91,7 milioni di euro al cambio attuale), cioè quattro volte più di quanto viene messo a disposizione dall’attuale Champions League africana. Inoltre agli stessi club sarebbe stato garantito un premio d’ingresso da 2,5 milioni di dollari a testa.
Cifre di altissimo livello per la realtà del calcio africano, che se rese effettive avrebbero avuto come primo effetto l’azzoppamento della Champions africana, già messa in mora dal fatto che le 24 squadre di Superlega avrebbero dovuto partecipare a un torneo della durata di 10 mesi, da agosto a maggio. Ma al di là di queste considerazioni, emergevano immediatamente le perplessità, che si concentravano soprattutto sull’aspetto finanziario; chi mai avrebbe dovuto finanziare il ricco montepremi? Non certo la CAF. Il cui ultimo bilancio relativo al 2021, che era anche il primo della gestione Motsepe, registrava una perdita di 44,6 milioni di dollari (40,4 milioni di euro). In quel momento veniva dato per certo l’intervento degli sponsor. Ma poi le cose sono andate in modo diverso.
RIDOTTI A UN TERZO E ARABI IN FUGA – A un anno di distanza la situazione è ampiamente mutata. In peggio. Il format del torneo si è drasticamente ridotto di due terzi, da 24 a 8 squadre. Una di queste è ovviamente il Mamelodi Sundowns di Motsepe. Le altre sono Petro Atletico (Angola), Mazembe (Repubblica Democratica del Congo), Al Ahly (Egitto), Horoya (Guinea), Wydad Casablanca (Marocco), Simba (Tanzania) e Esperance (Tunisia) (https://www.insideworldfootball.com/2023/07/14/scaled-back-african-super-league-kick-off-october-promise-growth-come/). L’organizzazione della Superlega ha trovato un quartier generale a Kigali, capitale del Ruanda, il cui controverso presidente, Paula Kagame, è tifoso dell’Arsenal e ha anche sponsorizzato i Gunners (https://www.calciomercato.com/news/il-povero-ruanda-sponsorizza-il-ricchissimo-arsenal-71334). Ma per l’organizzazione le buone notizie finiscono qui, Perché nel frattempo l’inizio della manifestazione è già slittato da agosto a ottobre (https://www.insideworldfootball.com/2023/07/14/scaled-back-african-super-league-kick-off-october-promise-growth-come/). Ma soprattutto c’è che il ventilato impegno saudita di garantire una sponsorizzazione da 200 milioni di dollari (https://www.sportsbusinessjournal.com/Daily/Global/2023/05/19/saudi-arabia-african-super-league.aspx) sarebbe in pericolo.
Un’indiscrezione diffusa nei giorni scorsi sostiene che a Riad ci avrebbero ripensato (https://www.sportbusiness.com/news/exclusive-no-saudi-backing-for-inaugural-african-football-league/). E si può anche immaginare come mai. I sauditi non hanno preso bene l'idea di dover rinunciare alla candidatura per i Mondiali 2030 (https://khelnow.com/football/2023-06-world-football-saudi-arabia-withdraw-race-host-fifa-world-cup-2030). Una rinuncia che sarebbe stata sollecitata dalla stessa Fifa, dopo che proprio Infantino l’aveva caldamente appoggiata. Troppa esposizione mediatica, troppo peso alla forza del denaro. I sauditi non l’hanno presa bene e adesso potrebbero aver voglia di restituire il colpo a Infantino mandandogli in aria i piani africani. E per il presidente Fifa, che nelle scorse ore ha toccato il massimo del narcisismo festeggiando pubblicamente il traguardo del milione di follower su Instagram (https://www.rsi.ch/news/vita-quotidiana/stragente/Infantino-spopola-su-Instagram-16448863.html) potrebbe essere un colpo molto pesante. Resta sullo sfondo un altro fallimento negli esperimenti superleghisti. Ennesima lezione da apprendere.
@pippoevai