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La stizza verso Calabria, gli assist ai compagni, la fatica: la prima di Ibra ai raggi x
STRISCIONE E CORI - Fischi per i compagni, cori per Ibrahimovic. I tifosi del Milan hanno occhi solo per il campione dell'ultimo scudetto vinto nel 2011. Uno striscione dedicato dai versi romantici, l'attesa che dura fino al decimo del secondo tempo. Zlatan entra al posto di uno spento Piatek e viene accolto dal boato di San Siro. Si piazza al centro dell'attacco, fa a sportellate con Chabot facendo sentire subito il suo peso. E il Milan trova coraggio e maggiore pericolosità offensiva. Tocca una decina di palloni, ha un gran da fare sul gioco aereo perché i rossoneri cercano spesso la palla lunga a scavalcare il centrocampo.
TRA RIMBROTTI E CONDIZIONE - L'idea di mettere Ibrahimovic nel secondo tempo, quando il pallone pesa il doppio per alcuni giocatori e il risultato poteva essere compromettente, non è sta una grande strategia di Pioli. Zlatan ha avuto un gesto di stizza all'ennesimo pallone perso da Calabria, ha sbuffato per un passaggio in profondità sbagliato da Calhanoglu. Se l'è presa anche con se stesso quando ha sbagliato a dosare un colpo di testa nel finale di gara. Sa che non può incidere ancora come vuole, al netto dei 38 anni. Ha scelto Leao come possibile compagno da mandare in rete e valorizzare. Ha già capito che questa è una formazione decisamente povera dal punto di vista tecnico e che per incidere servirà la sua migliore versione. Perché Ibrahimovic non è tornato per fare la comparsa, questo è sicuro.